il Punto Coldiretti

Wine in moderation, i produttori lanciano la campagna per bere meglio

Il prossimo 4 novembre si svolgerà a Bruxelles una giornata di formazione sul programma “Wine in moderation”; ad ospitarla sarà il Copa, il Comitato delle organizzazioni professionali agricole dell’Unione europea, che attualmente annovera 60 organizzazioni dei paesi membri dell’Unione (tra cui Coldiretti) e 36 organizzazioni partner da altri paesi europei (Islanda, Norvegia, Svizzera, Turchia). Il programma vuole promuovere la responsabilità e la moderazione nel consumo del vino per contribuire alla prevenzione del bere eccessivo e scorretto di alcolici in Europa.

Diversamente dal fumo, che è comunque nocivo e lo è proporzionalmente alla quantità di sigarette consumate, il vino bevuto entro certi limiti non solo non risulta tossico per l’organismo, ma può dispiegare delle proprietà benefiche per la salute: ad esempio, riduce di circa il 30 per cento il tasso di mortalità dovuta a malattie coronariche e, più in generale allunga la vita. Questo perché – tra l’altro – stimola la produzione di colesterolo “buono”, riduce i rischi di trombosi, ha un effetto antinfiammatorio generale che agisce positivamente sui vasi sanguigni e, quindi, rallenta il rischio di arteriosclerosi.

Ma basta superare il limite – fissato in 2 unità di bevanda alcolica (10g di alcol puro) per le donne e 3 per gli uomini – perché il vino da piacere si trasformi in pericolo, per se stessi e per gli altri. Le statistiche dimostrano come soprattutto i giovani siano ad alto rischio: un decesso su 4 di maschi con età compresa tra i 15 e i 29 anni è collegato a un consumo scorretto di bevande alcoliche (mentre la percentuale scende a 1 su 10 per le ragazze).

Ecco quindi l’importanza di fornire una corretta informazione sui comportamenti virtuosi e scoraggiare gli eccessi. E non solo per motivi squisitamente etici; anche se negli ultimi anni il consumo vino è sceso, l’Unione Europea è il principale produttore, consumatore e importatore di vino con una percentuale del 5,4 sull’intera produzione agricola comunitaria. È naturale quindi che proprio dal Vecchio Continente venga un forte impegno per la corretta valorizzazione di un prodotto che è anche cultura, e soprattutto cultura del saper vivere. Non a caso, nei maggiori paesi produttori si rilevano i comportamenti più virtuosi: chi conosce e ama il vino non lo usa per lo sballo del “binge drinking”.

Per maggiori informazioni: http://www.wineinmoderation.eu/

 

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