Wto, si accende la polemica sugli scambi dei prodotti agricoli e industriali
Si scalda l’atmosfera in vista dei negoziati del Wto per la liberalizzazione degli scambi agricoli ed il commercio di beni industriali, previsti nell’ambito della trattativa del Doha Round e in programma il prossimo 21 luglio a Ginevra. “L’Unione Europea non può correre il rischio di accordi al ribasso per l’agricoltura – ha denunciato il presidente di Coldiretti, Sergio Marini – in un momento in cui, con l’emergenza cibo mondiale, la capacità di approvvigionamento alimentare è diventata un fattore strategico per lo sviluppo dell’intera economia”. Marini ha espresso sostegno all’iniziativa del Ministro Luca Zaia e del Commissario Europeo all’Agricoltura Mariann Fischer Boel per escludere prodotti agricoli di interesse nazionale, quali gli agrumi, il riso, i fiori recisi, le patate e numerosi ortofrutticoli dalla lista dei prodotti tropicali. Il processo di liberalizzazione non può che essere legato al rispetto di regole comuni per quanto riguarda standard e trasparenza sulla provenienza dei prodotti per combattere i fenomeni di concorrenza sleale che fanno sentire pesantemente gli effetti sul Made in Italy”. L’obiettivo di Doha è quello di garantire uno sviluppo sostenibile dell’economia mondiale. Un compito che può essere favorito da una maggiore liberalizzazione dei mercati sia dei Paesi industrializzati che di quelli in via di sviluppo (Brasile, Cina, India), a condizione che questa sia legata al rispetto di regole comuni per quanto riguarda standard e trasparenza sulla provenienza dei prodotti. Solo in questo modo è possibile combattere i fenomeni di concorrenza sleale che già fanno sentire i propri effetti sul made in Italy. Da qui la richiesta di una efficace garanzia per le indicazioni geografiche a livello internazionale, la quale può arrivare solo se viene estesa a tutti i prodotti agricoli l’attuale protezione prevista per i vini e le bevande alcoliche dall’articolo 23 del trattato TRIPs e se viene istituito un registro multilaterale con valore legale per tute le indicazioni geografiche. “Occorre – sottolinea ancora Coldiretti – tenere in considerazione le diverse specificità agricole e consentire ai vari stati la possibilità di avere un numero adeguato di prodotti sensibili a cui assicurare un livello di garanzia maggiore rispetto allo scenario globale”. La speranza è in una conclusione del negoziato che riguardi tutti gli aspetti in discussione, dai prodotti agricoli a quelli industriali, fino ai servizi, e che tenga nella giusta considerazione anche gli aspetti non commerciali, come la sicurezza alimentare e l’ambiente. Va comunque sottolineato, per quanto riguarda poi gli aiuti all’agricoltura, come con la riforma della Pac del 2003 e con quanto previsto dall’Health Check l’Unione Europea ha già assolto agli impegni in termini di diminuzione degli aiuti più distorsivi dei mercati. Ci si aspetta che gli altri paesi industrializzati facciano altrettanto. |
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