Accordo UE-Ucraina, le preoccupazioni
Le Organizzazioni dei produttori europei dell’agroalimentare prendono atto della revisione dell’articolo 29 dell’area di libero scambio globale e approfondita (DCFTA) UE-Ucraina e ne accolgono con favore l’obiettivo di garantire maggiore certezza e un quadro commerciale più stabile per entrambe le parti. Riconoscono inoltre che sono stati compiuti sforzi per affrontare i rischi a cui sono esposti i produttori e le industrie europee. Tuttavia, le concessioni in molti settori sensibili sono significative. L’aumento delle quote per l’alcol etilico (+25%), il pollame (+33%), il grano tenero (+30%), l’orzo (+29%), il mais (+54%), le uova (+200%) e, in particolare, per lo zucchero (+398%) e il miele (+483%) porrà sfide significative, soprattutto perché si aggiungono a concessioni commerciali passate o previste, in particolare con il Mercosur. Si accoglie con favore il principio di una clausola di salvaguardia generale rafforzata che può essere attivata in caso di perturbazione del mercato in uno Stato membro, ma nutriamo dubbi sulla sua efficacia pratica a causa della mancanza di automaticità e di criteri chiari per la sua attivazione. Chiediamo l’implementazione di un sistema solido e automatico per il monitoraggio delle importazioni dei prodotti più sensibili. L’allineamento previsto degli standard di produzione ucraini, in particolare in materia di benessere degli animali e di utilizzo di prodotti fitosanitari, alle norme UE entro il 2028 rappresenta un progresso, ma non sono state fornite garanzie circa la sua effettiva attuazione. Chiediamo pertanto controlli sul campo e rigorosi controlli di tracciabilità da parte della Commissione europea. |