Brasile primo esportatore agroalimentare in Ue, secondo l’Ucraina
In aumento l’export agroalimentare dell’Unione Europea, ma a “volare” sono le importazioni. E’ quanto emerge dal report della Commissione Ue sull’interscambio a gennaio 2024 secondo l’analisi della Coldiretti. L’export – spiega l’analisi – ha raggiunto quota 18,4 miliardi in aumento del 2% sul mese precedente, mentre l’import si è attestato a 13,4 miliardi con una crescita del 10% in valore anche se a un livello più basso (-5%) rispetto a gennaio dello scorso anno a causa della riduzione dei prezzi in tutte le categorie di prodotti. I principali mercati di sbocco per l’agroalimentare made in Ue si sono confermati Regno Unito, Stati Uniti e Cina. Il Regno Unito rappresenta il 23% del valore delle spedizioni ed è il mercato che ha segnato l’aumento più significativo pari a 304 milioni, 179 milioni in più anche per i flussi destinati agli Stati Uniti . I prodotti che hanno tirato sui mercati sono stati olive e olio d’oliva (+146%), incrementi rilevanti in quantità (+152%) per lo zucchero. Le esportazioni di cereali sono cresciute in valore e quantità, calo invece per olio vegetale e prodotti lattiero caseari (-7%) che restano però i più esportati. Sul fronte dell’import il principale fornitore dell’area Ue è il Brasile, rappresentando il 10% del totale con un incremento record in valore di 23 milioni. A seguire l’Ucraina, con un contributo del 10%, nonostante una riduzione del valore delle importazioni del 2% rispetto a gennaio 2023. Gli incrementi maggiori sono stati per olive e olio d’oliva (+168% pari a80 milioni in più), in flessione invece i cereali (-34%). Il trend positivo delle importazioni, in particolare da Paesi come il Brasile dell’area Mercosur danno forza agli allarmi lanciati dalla Coldiretti sui rischi di arrivi in Europa di prodotti alimentari non in linea con i rigidi standard di sicurezza e qualità delle produzioni europee e italiane in particolare. Preoccupazioni confermate dai residui di pesticidi pericolosi scovati nelle merci dei paesi terzi. Il dato sull’accelerazione dei flussi in arrivo dà sempre maggior rilievo e attualità dunque all’azione intrapresa nel Brennero dalla Coldiretti e che sarà estesa in tutti i luoghi di ingresso di alimenti. E proprio i dati diffusi dalla Commissione europea dovrebbero convincere Bruxelles a sostenere la proposta della Coldiretti (che ha avviato in sette Paesi la raccolta di firma) di rendere obbligatoria per tutti i prodotti freschi e trasformati l’etichetta con l’indicazione dell’origine per garantire così ai consumatori europei la possibilità di scelte consapevoli. E soprattutto per tutelare gli agricoltori italiani ed europei che oggi sono costretti a subire una concorrenza sleale da paesi, a cominciare da quelli dell’area Mercosur, che producono a costi inferiori anche per lo sfruttamento della manodopera. |
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