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Clima, un pacchetto per ridurre le emissioni inquinanti

La Commissione europea ha presentato una Comunicazione relativa ad serie di proposte riguardanti un nuovo accordo internazionale per la lotta contro i cambiamenti climatici precisandone gli obiettivi e le azioni, a carico dei Paesi sviluppati e in via di sviluppo, e illustrando le relative possibilità di finanziamento.

Il nuovo patto dovrebbe essere concluso alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite che si terrà a Copenaghen in dicembre. L’accordo di Copenaghen dovrebbe fissare obiettivi globali per ridurre le emissioni di carbonio e gettare le basi per rafforzare la capacità dei paesi di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Più nel dettaglio, per raggiungere  l’obiettivo che l’Ue si è posta, ovvero quello di limitare il riscaldamento globale a meno di 2°C al di sopra della temperatura nel periodo preindustriale, le proposte presentate dalla Commissione prevedono azioni volte a raggiungere il livello massimo di emissioni globali prima del 2020 per poi arrivare, entro il 2050, ad una loro riduzione a meno del 50% rispetto ai livelli registrati nel 1990.

Il perseguimento di tale obiettivo dovrà avvenire attraverso il coinvolgimento sia dei paesi sviluppati che di quelli in via di sviluppo.
In particolare, i paesi sviluppati dovranno svolgere un ruolo di guida e ridurre globalmente entro il 2020 le emissioni del 30% rispetto ai livelli del 1990. Per raggiungere tale scopo, le proposte presentate stabiliscono parametri specifici per assicurare che gli obiettivi nazionali prevedano uno sforzo comparabile.

A riguardo si ricorda che l’Ue si è impegnata a ridurre le emissioni del 30% se altri paesi sviluppati si impegneranno ad applicare riduzioni simili e ha già messo in atto le misure per ridurre le emissioni del 20%.  I paesi in via di sviluppo, tranne quelli più poveri, dovrebbero invece limitare entro il 2020 la crescita delle emissioni collettive del 15-30% al di sotto dei livelli che si registrerebbero se la situazione rimanesse immutata. Questi paesi dovrebbero impegnarsi ad adottare entro il 2011 strategie di sviluppo a basso tenore di carbonio in tutti i settori principalmente responsabili delle emissioni.

Come sottolineato dal Commissario per l’ambiente Stavros Dimas, "per affrontare le cause e gli effetti dei cambiamenti climatici, nei prossimi decenni saranno necessari pesanti investimenti pubblici e privati”.

Tali investimenti sono rivolti allo sviluppo di una economica a basse emissioni di carbonio e si concretizzano in un aumento, fino al 2020, degli investimenti netti globali di circa 175 miliardi di euro.

Fino al 2020 le azioni in questi paesi prevedranno sostanzialmente costi contenuti — o produrranno addirittura dei benefici — e dovrebbero essere finanziate con risorse interne. Il supporto finanziario internazionale per le azioni che superano le capacità nazionali di un paese dovrebbe provenire da fonti comprendenti i fondi pubblici e i meccanismi internazionali di scambio di crediti del carbonio.

L’accordo di Copenaghen dovrebbe istituire anche un quadro di riferimento per aiutare i paesi ad adattarsi ai cambiamenti climatici inevitabili. A tale scopo, tutti i paesi sviluppati e in via di sviluppo dovrebbero elaborare strategie nazionali per l’adattamento.

L’Ue dovrebbe analizzare il potenziale offerto da fonti innovative di finanziamento internazionale basato sul principio "chi inquina paga" e sulle capacità finanziarie dei paesi. Gli Stati membri potranno usare anche una parte delle future entrate derivanti dalla vendita all’asta delle quote nell’ambito del sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE per aiutare i paesi in via di sviluppo.

Infine, secondo quanto previsto dalle nuove proposte presentate dalla Commissione, per raccogliere i fondi necessari l’Ue dovrebbe cercare di costituire entro il 2015 un mercato del carbonio a copertura dell’Ocse collegando il sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE ad altri sistemi comparabili del tipo "cap and trade", che fissano un tetto massimo di emissioni ma ne consentono lo scambio. Il mercato dovrebbe espandersi per includere entro il 2020 le principali economie emergenti con l’intento di istituire un mercato globale del carbonio.

Il Commissario si è detto inoltre dell’avviso che “le misure che sono in corso di adozione in tutto il mondo per far fronte alla crisi economica offrono l’opportunità di favorire gli investimenti necessari a basso tenore di carbonio e, al tempo stesso, di stimolare la crescita, l’innovazione e la creazione di posti di lavoro”.

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