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Commissione Ue: cresce la produzione di cereali, olio e pomodoro, ma restano incertezze

Nonostante la ripresa del turismo e della ristorazione restano ancora molte le incertezze sul futuro del settore agroalimentare dell’Unione europea ipotecato in particolare dalla variante Delta del Covid 19. E’ quanto emerge dall’edizione estiva 2021 del rapporto sulle prospettive a breve termine, pubblicato il 6 luglio dalla Commissione europea. Lo studio analizza andamenti produttivi e prezzi in diversi settori.

Per quanto riguarda i cereali, secondo le stime, la produzione 2021/2022 registrerà un incremento del 3% rispetto all’annata precedente sostenuta dal trend positivo di fumento tenero, duro e mais. Per l’Italia invece la Coldiretti stima un calo dei raccolti di grano del 10%, nonostante l’aumento delle superfici, a causa degli eventi climatici estremi.

Segno positivo, a livello Ue, anche per semi oleosi e colture proteiche con previsioni di crescita rispettivamente del 9,5% e 6,7%.

In aumento la produzione Ue della barbabietola da zucchero che dovrebbe raggiungere quota 110 milioni di tonnellate contro i 99 milioni della precedente annata.

Previsioni positive per l’olio di oliva che nell’Unione europea ha messo a segno un balzo del 7% rispetto al 2019/2020. La crescita dell’export e la ripresa della domanda europea dovrebbero ridurre le scorte a meno di 400mila tonnellate. Secondo il report della Commissione questa situazione ha portato a un innalzamento dei prezzi in particolare in Italia, Spagna e Grecia.

Per il vino la produzione è superiore alla media 2020/2021 attestandosi su 157 milioni di ettolitri.

In recupero del 5% la produzione Ue di pomodori al traino del prodotto da trasformazione (+9%). I Paesi dove si registrano incrementi, secondo il documento, sono Italia (+5%), Spagna (+17%) e Portogallo (+11%).

Al minimo storico (2,8 milioni di tonnellate) invece i raccolti di pesche e nettarine con una perdita del 20%.

In ripresa la produzione di latte (+0,8% nel 2021) che dovrebbe raggiungere 146 milioni di tonnellate. In salita anche formaggi e burro sostenuti dalla ripresa della ristorazione, ma anche dalla domanda di consumi casalinghi.

Prevista in calo la produzione di carne bovina (-1,3%), mentre sono favorevoli le prospettive sul fronte dell’export per la maggiore richiesta da parte di Canada e Giappone.

Non si ferma la crescita delle carni suine con +1,7% sul 2020. Il settore è premiato anche sul fronte dell’export con previsioni di aumenti del 5% nonostante la diminuzione delle spedizioni nel Regno Unito.

Scende invece il pollame per effetto dell’influenza aviaria che colpisce alcuni Paesi e i prezzi alti dei mangimi. Ma i consumi restano elevati.

Stabili invece le carni ovine e caprine per le quali però si attende un andamento positivo per la seconda metà del 2021.

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