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Con accordo Ue-Mercosur danni fino a 7 miliardi per i produttori europei

I produttori europei del settore agro-alimentare si troverebbero ad affrontare significative perdite di reddito in caso di un accordo commerciale bilaterale tra l’Unione europea ed il blocco del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay). Secondo quanto emerso dalle valutazioni effettuate dal Centro comune di ricerca (JRC), le stime del danno variano tra 4,6 miliardi e 7,75 miliardi di euro a seconda dei diversi scenari presi come riferimento nello studio pubblicato sul sito della Direzione Generale Agricoltura (Dg Agri) della Commissione europea.

Più nel dettaglio, lo studio analizza quattro scenari per il 2020 sulla base delle offerte formulate dall’Ue e dal Mercosur rispettivamente nel 2004 e 2006, entrambe combinate con l’eventuale mancato raggiungimento di un accordo o, in alternativa, con il successo dei negoziati commerciali di Doha. Lo studio confermerebbe quindi i risultati delle valutazioni preliminari effettuate dalla Dg Agri, presentate lo scorso aprile, nel corso di una riunione di un gruppo di lavoro di esperti degli Stati membri.

Il settore maggiormente colpito risulta essere quello delle carni bovine dell’Unione europea a causa di un forte aumento delle importazioni del Mercosur. Le stime per le importazioni della carne di manzo dal Mercosur variano da 5.000 tonnellate in caso di un’offerta comunitaria senza accordo di Doha, arrivando a 250.000 t con la richiesta del Mercosur e fino a 524.000 tonnellate con la richiesta del Mercosur post-Doha. In questo ultimo caso, la produzione di carni bovine dell’Unione europea diminuirebbe di circa 280.000 tonnellate, con una perdita di valore di € 4.6 miliardi. La perdita totale del settore delle carni nell’ambito di questo scenario sarebbe quindi di oltre 5,8 miliardi di euro, di cui 0,8 miliardi nel settore del pollame.

Anche le importazioni di frutta e verdura provenienti dal blocco commerciale latino-americano aumenterebbero con eventuali concessioni commerciali. L’aumento delle importazioni sarebbe dominato in particolare dal settore degli agrumi. Non emergono invece risultati unanimi dai modelli di analisi impiegati relativamente al settore dei cereali, così come per le importazioni di zucchero. Nel settore dei semi oleosi e degli oli, nel caso di maggiore liberalizzazione si osserverebbe invece un aumento delle importazioni Ue di oli vegetali, in particolare dell’olio di soia; a fronte di ciò si assisterebbe tuttavia ad un aumento sostanziale delle esportazioni dell’olio di oliva in tutti gli scenari presi in considerazione.

Si ricorda inoltre che il prossimo ciclo di negoziati è previsto a Bruxelles per il 12-16 marzo 2012. Tuttavia è improbabile che un possibile scambio di offerte di accesso al mercato avvenga prima delle elezioni presidenziali francesi alla fine di aprile.

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