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Corte dei Conti Ue, priorita’ all’ammodernamento delle aziende agricole

Un uso dei fondi disponibili più mirato alle priorità dell’Unione europea e ai bisogni specifici degli Stati membri accrescerebbe l’efficacia della misura 121 concernente l’ammodernamento delle aziende agricole secondo la Relazione speciale n. 8/2012 della Corte dei conti europea (Cce).

 

Nell’arco dell’attuale periodo di programmazione 2007-2013, la dotazione di bilancio Ue corrispondente a questa misura ammonta in totale a 11,1 miliardi di euro, finanziati attraverso il Feasr, che rappresenta circa l’11% di tutta la spesa Ue prevista per lo Sviluppo rurale nell’Unione.

 

Secondo la Corte dei conti europea, mentre alcuni Stati membri focalizzano fortemente l’aiuto sulle priorità dell’Unione e i propri bisogni specifici, applicando procedure di selezione per scegliere i progetti migliori, altri non lo farebbero, o perché si avvalgono di sistemi di assegnazione dei fondi poco efficienti o perché non applicano i buoni criteri di selezione che hanno stabilito.

 

All’individuazione di questo problema di focalizzazione a livello di Stato membro, il revisore esterno dell’UE aggiunge anche il fatto che la Commissione europea avrebbe approvato alcuni programmi di sviluppo rurale (Psr) in cui l’assegnazione dell’aiuto non era adeguatamente mirata o che non specificavano il procedimento o i criteri da applicare per la selezione dei progetti. Inoltre, le procedure per accertare la redditività e la sostenibilità di un’azienda o di un progetto d’investimento non erano efficaci in tutti gli Stati membri, mentre la potenziale efficacia dei finanziamenti supplementari erogati per rispondere meglio a specifiche priorità dell’Ue era ostacolata dall’assenza di meccanismi di focalizzazione efficaci.

 

In conclusione, nelle raccomandazioni formulate per accrescere l’efficacia della misura 121, l’esecutivo dell’Ue è invitato innanzitutto a non approvare i Psr a meno che non dimostrino che l’aiuto è mirato e comprendano criteri di selezione chiari e pertinenti, fondati sulle priorità dell’Unione e sui bisogni nazionali e regionali ed a garantire che per il prossimo periodo di programmazione si ottengano informazioni pertinenti ed attendibili. In secondo luogo la Cce suggerisce di proporre disposizioni normative, concernenti l’assegnazione di fondi a priorità specifiche, da includere, ove opportuno, nei regolamenti Ue applicabili in materia, affinché il finanziamento abbia un effetto supplementare.

 

Agli Stati membri viene invece raccomandato di implementare procedure efficaci, commisurate al rischio, per impedire che siano concesse sovvenzioni a progetti in cui la redditività finanziaria dell’investimento o la sostenibilità dell’azienda siano dubbie.

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