il Punto Coldiretti

Dall’Ue via libera ai paesi che vogliono vietare gli ogm

La Commissione Europea prende atto della forte opposizione dei cittadini europei e da finalmente la possibilità all’Italia e alle già sedici regioni che si sono dichiarate ogm free di vietare la coltivazione nei loro territori. Ad affermarlo è la Coldiretti, nel commentare l’annuncio delle nuove regole europee per dare più libertà ai Paesi che vogliono proibire le coltivazioni di organismi geneticamente modificati.

In linea con quanto dichiarato lo scorso settembre dal Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, la Direzione generale Salute e protezione del consumatore ha sottoposto, alla consultazione interservizi, una proposta legislativa volta a garantire maggiore libertà ai Paesi che vogliono proibire le coltivazioni di organismi geneticamente modificati (Ogm).

La proposta si struttura su  due assi d’intervento. Il primo consiste in una modifica delle Raccomandazioni della Commissione europea sulla Coesistenza (2003/556) tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate al fine di permettere agli Stati membri di prevedere norme più restrittive rispetto alla soglia di tolleranza dello 0.9%.

A tale proposito la Commissione europea ha riconosciuto che l’attuale sistema, che permette di non etichettare come Gm quelle colture con una contaminazione accidentale inferiore allo 0.9%, rappresenta non solo una perdita di reddito per gli agricoltori dato che i prodotti geneticamente modificati hanno una rendita inferiore sul mercato rispetto alle altre colture (soprattutto nel caso delle colture biologiche), ma anche costi aggiuntivi dovuti ai controlli a carico di coloro che voglio garantire l’assenza dalle proprie produzioni di ogm. Tutto ciò senza poi considerare che, in alcuni casi, le caratteristiche del territorio rendono impossibile stabilire norme che garantiscano una perfetta segregazione delle colture geneticamente modificate.

Sulla base di tali ragioni, la Commissione europea intende perciò modificare le proprie Raccomandazioni al fine di permettere agli Stati membri, da un lato, di stabilire misure di coesistenza in grado di tenere meglio in considerazione le caratteristiche e le specificità delle proprie regioni rendendo, di fatto, possibile una produzione completamente esente da ogm e, dall’altro, di creare aree “ogm-free” limitando la coltivazione di organismi geneticamente modificati su parti del proprio territorio.

Il secondo asse d’intervento consiste invece in una revisione della direttiva 2001/18 e più in particolare nell’inserimento di un nuovo articolo grazie al quale gli Stati membri potranno "adottare misure che proibiscono, restringono o impediscono la coltivazione di tutti o di un particolare ogm… su tutto o su parte del proprio territorio, a condizione che tali misure non siano invocate per evitare gli effetti dannosi sulla salute e sull’ambiente o la presenza di organismi modificati in altri prodotti".

Sarà necessario che le misure adottate dagli Stati membri siano conformi a quanto disposto dal Trattato, in particolare per quanto concerne il principio di non discriminazione tra prodotti nazionali e non nazionali e che, prima dell’entrata in vigore, tali misure siano notificate alla Commissione.

La Commissione europea provvederà, al termine della procedura di consultazione tra tutte le diverse Direzioni generali, a rendere nota la propria proposta la cui pubblicazione è attesa per il prossimo 13 luglio.

“La decisione dell’esecutivo comunitario sulla libertà di semina, dà valore – sottolinea la Coldiretti – alla scelta lungimirante fatta dall’Italia per un agricoltura libera da ogm grazie all’impegno di un vasto schieramento che comprende Coldiretti, movimenti ambientalisti, consumatori e istituzioni in rappresentanza della maggioranza dei cittadini e agricoltori italiani che sono contrari al biotech nei campi e nel piatto”.

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