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Encefalopatia, l’Ue potrebbe reintrodurre proteine animali nei mangimi animali

Il 16 luglio, la Commissione europea ha adottato la seconda Comunicazione (Road Map) sull’Encefalopatia Spongiforme Trasmissibile (Tse) il cui obiettivo è quello di promuovere un dibattito, tra le diverse Istituzioni comunitarie, sulle future modifiche dell’attuale legislazione comunitaria in materia.

L’elemento di maggior rilievo è costituito dalla possibilità di reinserire nei mangimi proteine di origine animale (Pat). Secondo quanto si apprende dal documento, tale modifica potrebbe avvenire , da un lato, attraverso la fissazione di una soglia di tolleranza minima (revoca del principio di tolleranza zero) per la presenza di proteine nei mangimi destinati agli animali da fattoria (ruminanti e non-ruminanti) e, dall’altra, revocando il divieto sull’uso di farine animali provenienti da non ruminanti nella produzione di mangimi destinati a non ruminanti (suini, pollame, pesci), mantenendo il rispetto del divieto di riciclaggio intra-specie.

Questa intenzione è giustificata dalla Commissione sulla base di un duplice ordine di motivi: in primo luogo le Pat provenienti dai non ruminanti potrebbero costituire una fonte di proteine di qualità per gli allevamenti di non ruminanti ed in secondo luogo la reintroduzione delle farine di non ruminati nell’alimentazione degli stessi permettere all’Ue di ridurre la sua dipendenza da fonti esterne di proteine.
Inoltre, l’esecutivo comunitario si dice dell’avviso che, dal punto di vista ambientale, risulta maggiormente sostenibile l’impiego di tali proteine nell’alimentazione animale piuttosto che la loro destinazione alla produzione energetica.

Un altro punto sensibile concerne la questione dei materiali specifici a rischio (Mrs), ovvero l’intenzione espressa dalla Commissione di allineare la lista dei Mrs agli standard internazionali stabiliti dall’Organizzazione Mondiale per la salute animale.

Relativamente alla revisione di programmi di sorveglianza dei bovini, si prospetta l’idea di un aumento graduale dei limiti di età per i test della Bse. Limite che nel 2009 è stato innalzato da 30 a 48 mesi per gli Stati membri che hanno dimostrato un miglioramento della situazione nel proprio territorio.

Il documento, inoltre, evidenzia la necessità di trovare soluzioni alternative alla politica di abbattimento sistematico praticata attualmente nel caso delle coorti bovine in cui si è riscontrato un caso positivo di Bse. Mentre per quanto concerne le misura di eradicazione della Scrapie (Tse nei piccoli ruminanti) viene suggerito l’allineamento alle nuove conoscenze scientifiche e la previsione di strumenti sostenibili per controllare questa patologia nell’Unione

Nel corso del 2011, la Commissione europeo presenterà le sue proposte legislative aventi ad oggetto le aree di intervento sopra indicate, che saranno adottate secondo un approccio caso per caso e dopo aver ricevuto il parere dell’Efsa.

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