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Eurobarometro, tra i cittadini c’è più attenzione all’origine dei prodotti alimentari

I consumatori europei ed italiani riconoscono sempre più importanza all’origine dei prodotti che acquistano, sono disposti a pagare di più per prodotti che provengono dal loro stesso paese e si dicono contrari agli  alimenti geneticamente modificati e alla clonazione di animali a fini di produzione alimentare. Questo è quanto emerge da due sondaggi pubblicati questa settimana dall’Eurobarometro, sul commercio internazionale e sull’attitudine nei confronti delle biotecnologie.

L’indagine sul commercio internazionale, realizzata mediante 26.635 interviste a cittadini Ue nei 27 Stati membri tra il 26 agosto e il 16 settembre 2010, evidenzia che il 43% dei cittadini europei basa le sue decisioni d’acquisto sull’origine dei prodotti. Mostrano più interesse circa la provenienza dei prodotti. i Paesi del nord, insieme con Francia, Italia ed alcuni piccoli paesi.

Nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, il 49% dichiara di controllare l’origine dei prodotti alimentari e che questa influenza le sue scelte d’acquisto. Una proporzione significativa di italiani è inoltre pronta a pagare di più per prodotti che provengono dal loro stesso paese (35%), che rispettano l’ambiente (43%) e gli standard sociali (37%).

Come anticipato la scorsa settimana, nel rapporto sulle biotecnologie, per quanto riguarda gli alimenti geneticamente modificati, il 70% degli intervistati sia italiani che europei definisce questi come “innaturali”. Il 63% degli italiani ritiene che gli alimenti geneticamente modificati non siano sani, il 55% che non siano sicuri per le generazioni future e siano un pericolo per l’ambiente e pertanto si dichiara fortemente contrario alla produzione di alimenti che contengono Ogm (65%).

Stessa diffidenza è riservata alla clonazione animale, con il 70% dei cittadini europei e il 64% degli italiani che si dichiarano contrari all’impiego di tale tecnica riproduttiva a fini di produzione alimentare, perché ritenuta innaturale (68%), non sicura per le generazioni future e per la propria salute (oltre il 60%), oltre che rischiosa per l’ambiente (50%).

L’esito di questi sondaggi delinea quindi un’opinione pubblica europea fortemente contraria all’utilizzo di queste biotecnologie nella produzione alimentare europea, segnale forte in un momento in cui le istituzioni comunitarie si stanno interrogando e confrontando su questi temi delicati.

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