il Punto Coldiretti

Il nuovo Commissario Ue: “Dopo il 2013 una Pac forte e condivisa”

Una Pac forte, ma allo stesso tempo credibile e condivisa dall’opinione pubblica, il cui percorso di riforme deve continuare al fine di tener conto della nuova realtà dell’agricoltura e dello spazio rurale europeo, che si è notevolmente diversificato nell’Unione a 27.

Questo in sintesi il pensiero sulla Pac post 2013, del  commissario designato per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Dacian Ciolos, che presenterà, il prossimo 15 gennaio, alla commissione agricoltura del Parlamento europeo, le sue idee riguardo al compito che gli è stato affidato dal presidente Barroso ed alla futura politica agricola comune. 

Rispondendo al questionario indirizzatogli dagli eurodeputati secondo Ciolos la futura riforma della Pac dovrà essere orientata verso «tre grandi priorità»:

– la sostenibilità delle pratiche agricole. A tale scopo il Commissario designato ritiene ancora necessario l’erogazione dei pagamenti diretti nel rispetto di determinate regole di utilizzo dei terreni, con un riequilibrio degli importi fra le “diverse categorie” di agricoltori e fra “gli Stati membri”;

– l’orientamento al mercato della produzione agricola, abbinato a dei meccanismi «moderni, efficaci e reattivi» che assicurino un grado sufficiente di sicurezza agli agricoltori per far fronte alle situazioni di crisi;

– una politica di sviluppo rurale rafforzata che preservi la ricchezza rurale in termini economici, sociali ed ambientali ed, al contempo, assicuri la modernizzazione delle regioni agricole europee, anche in vista delle nuove sfide poste dal cambiamento climatico.

Dacian Ciolos, che si considera un «prodotto dell’apertura dell’UE verso l’Est», ritiene che il futuro della Pac dopo il 2013 sia “un processo a lungo termine” che implicherà l’ascolto e la consultazione degli attori governativi e non e, a tal riguardo, accoglie il passaggio dell’agricoltura alla procedura legislativa della codecisione, previsto del Trattato di Lisbona, come «l’opportunità per rispondere meglio alle aspettative degli agricoltori, degli abitanti delle zone rurali e in generale dei cittadini europei».

Il Commissario designato si definisce un «sostenitore entusiasta» dell’estensione della procedura di codecisione alla Pac e garantisce al Parlamento europeo, chiamato a svolgere un ruolo determinante proprio in un momento di fondamentale importanza per il futuro di questa politica comune, che sarà «un partner aperto a un dialogo politico costruttivo, fondato sulla fiducia reciproca, la trasparenza e lo scambio di informazioni».

Per quanto concerne altre nuove iniziative, il programma legislativo del Commissario includerà nuove proposte regolamentari per la promozione, l’etichettatura e i marchi di qualità nei prodotti agricoli, l’evoluzione dei prezzi dei prodotti alimentari e del settore lattiero-caseario (incluse le proposte del Gruppo ad alto livello), nonché la prosecuzione della semplificazione della Pac, con la connessa riduzione degli oneri amministrativi relativi alla gestione dei pagamenti diretti e dello sviluppo rurale, sarà una delle priorità del Commissario designato.

Relativamente alla questione del bilancio, Dacian Ciolos considera che il finanziamento attuale della Pac sia adeguato e che la discussione sull’allocazione delle risorse deve farsi in rapporto agli obiettivi che si assegnano a tale politica, per cui «tutte le discussioni sulla percentuale del budget destinato alla Pac rispetto al totale del budget dell’Unione sembra senza contenuto». Ciolos ha tenuto a precisare che con l’incarico di Commissario all’agricoltura e allo sviluppo rurale veglierà affinché siano forniti i mezzi finanziari adeguati per la buona esecuzione di tale politica.

In conclusione, secondo il Commissario designato, attraverso una Politica agricola comune riformata l’Unione europea non solamente dovrà garantire la sicurezza di approvvigionamento del mercato europeo in materia di prodotti alimentari e non, assicurare una gestione efficace della crisi e rispondere efficacemente alla problematica della forte volatilità dei prezzi per portare una stabilità sufficiente degli introiti degli agricoltori, ma anche perseguire una produzione sostenibile di beni pubblici ambientali, contribuendo allo sviluppo equilibrato delle economie agricole e delle zone rurali europee attraverso la mobilitazione di risorse per l’innovazione, la modernizzazione e la messa in atto di una risposta concreta alle nuove sfide legate al cambiamento climatico.

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