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La Corte dei Conti bacchetta l’Ue: troppi errori nei pagamenti agricoli

Migliorare i sistemi di supervisione, controllo e semplificazione dei regolamenti è quanto ha rilevato la Corte dei conti europea nel formulare il  suo giudizio sui conti dell’UE, sciogliendo ogni riserva.

Per la prima volta dall’introduzione delle norme della contabilità per competenza, la Corte esprime un giudizio positivo (senza riserve) sui conti consolidati. La Corte afferma che i conti annuali delle Comunità europee per l’esercizio 2007 presentano un’immagine fedele, sotto tutti gli aspetti rilevanti, della situazione finanziaria delle Comunità europee e dei risultati delle operazioni e dei flussi di cassa delle stesse.

La Corte esprime anche un giudizio favorevole sulla legittimità e regolarità in determinati settori, come l’amministrazione dell’Unione. Per la maggior parte dei settori di spesa la Corte non può però esprimere un giudizio positivo. Sebbene la maggior parte dei pagamenti verificati dalla Corte sia stata eseguita conformemente alla normativa, la Corte rileva ancora che i pagamenti ai beneficiari finali, quali agricoltori e promotori dei progetti finanziati con fondi UE, presentano un livello di errore troppo elevato (mancato rispetto delle norme).

Come per gli esercizi precedenti, le politiche di coesione (42 miliardi di euro) sono il settore più inficiato da errori. In base alla stima elaborata dalla Corte sul campione, almeno l’11 % in valore delle dichiarazioni di spesa non avrebbe dovuto essere rimborsato.

Nel settore Agricoltura e risorse naturali (51 miliardi di euro), il tasso di errore globale stimato resta rilevante. Lo sviluppo rurale, disciplinato da norme spesso complesse, rappresenta una quota sproporzionatamente elevata di questo tasso di errore. Per quanto riguarda le spese del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), la Corte stima che il tasso di errore sia leggermente inferiore alla soglia di rilevanza.

I tassi di errore stimati in alcuni settori di spesa, in particolare quelli precedentemente raggruppati nell’ambito delle rubriche "Politiche interne" e “Azioni esterne”, sono diminuiti, ma non in misura sufficiente da incidere sul quadro complessivo.

Dal 2000, la Commissione è impegnata in un programma di riforma per migliorare la gestione del bilancio UE, che comprende un piano d’azione lanciato nel 2006. Per il 2007, la Corte ha constatato ulteriori progressi nei sistemi di supervisione e controllo della Commissione, in particolare per quel che riguarda il monitoraggio e la presentazione di relazioni. Alla fine dell’anno, la Commissione aveva attuato due terzi delle sottoazioni previste nel piano d’azione. È però ancora troppo presto per valutare l’impatto di tali misure.

Un miglioramento dei controlli di alto livello, ossia la supervisione esercitata dalla Commissione sui controlli svolti dagli Stati membri, non può compensare l’inadeguatezza dei controlli di livello inferiore, comprese le verifiche in loco. I benefici derivanti dall’aumento del numero di questi ultimi controlli devono però essere considerati a fronte dei costi degli stessi. La Corte incoraggia le autorità politiche dell’Unione a concludere la propria analisi su quale livello di rischio di errore possa essere ritenuto tollerabile.

La Corte invita inoltre a considerare debitamente un processo di semplificazione, come ad esempio nei settori dello sviluppo rurale e della ricerca. La Commissione, da sola o in cooperazione con gli Stati membri, ha la responsabilità dell’esecuzione del bilancio dell’UE, i cui pagamenti sono ammontati nel 2007 a 114 miliardi di euro. La Corte dei conti è il revisore esterno dell’esecuzione di detto bilancio. La sua relazione annuale fornisce una base per la procedura di discarico del Parlamento europeo e del Consiglio.

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