il Punto Coldiretti

Legislazione sugli Ogm, si tenga conto di imprese e cittadini

Gli aspetti socio-economici legati alla coltivazione degli organismi geneticamente modificati dovrebbero essere tenuti in maggiore considerazione nel quadro legislativo europeo sugli Ogm.

E’ l’invito che viene dalla relazione indipendente condotta dal Consorzio per la valutazione delle politiche dell’Ue (Epec) per conto della Commissione europea (Dg Sanco), dalla quale emerge come il quadro attuale non sia efficiente, trasparente o sostenibile, con la necessità conseguente di esaminare cambiamenti mirati alle regole che lo governano.

Una scelta in linea con la persistente contrarietà dei cittadini alla diffusione del transgenico nel piatto, ma anche con la discussione circa i danni causati ai produttori agricoli dai fenomeni di contaminazione delle colture.

Proprio le implicazioni socio-economiche delle coltivazione degli Ogm sono state al centro di un’audizione organizzata, a metà ottobre, dalla Direzione Generale per la salute ed i consumatori della Commissione europea che ha visto la partecipazione dei rappresentanti degli Stati membri, delle organizzazioni europee di agricoltori, delle Ong e dell’industria alimentare e di quella biotecnologica. Un segnale importante della necessità e della volontà dell’esecutivo comunitario di approfondire questa tematica a livello europeo.

Tra l’altro, la proposta della Commissione di concedere maggiore flessibilità agli Stati membri per limitare o vietare la coltivazione degli Ogm sul loro territorio per ragioni diverse dalla tutela della salute pubblica, degli animali e dell’ambiente è attualmente in discussione a livello di Consiglio e Parlamento.

In una seconda relazione condotta da Agra Ceas Consulting che ha esaminato l’attuale quadro legislativo in materia di alimenti e mangimi geneticamente modificati, si è dedicata, invece, particolare attenzione alla questione della presenza accidentale di Ogm non autorizzati nelle importazioni di alimenti e sementi. Nel documento si sottolinea la necessità di affrontare questa situazione e si suggerisce anche di delineare un approccio a livello europeo per le regole in materia di etichettatura “Gm-free”.

Dopo la recente sentenza della Corte di giustizia europea sul “polline Gm”, che ha sancito come il miele contaminato da sostanze transgeniche non possa essere messo in vendita senza apposita autorizzazione, l’attenzione europea è focalizzata sulla problematica questione della coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e Gm nel territorio comunitario. Le principali preoccupazioni riguardano le perdite economiche per gli operatori coinvolti a causa della contaminazione dei loro prodotti e della presenza di Organismi geneticamente modificati non autorizzati a livello europeo nelle importazioni provenienti da Paesi terzi.

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