il Punto Coldiretti

L’Europa si interroga sull’uso dei fondi dopo il 2013

L’Unione europea deve gestire con un unico quadro strategico  gli strumenti finanziari chiave dell’Ue dal 2014, al fine di ridurre le sovrapposizioni e garantire una maggiore razionalizzazione della spesa. E’ quanto sostengono, con  una lettera firmata congiuntamente, quattro Commissari europei László Andor (Occupazione e affari sociali), Dacian Cioloş (Agricoltura), Maria Damanaki (Pesca) e Johannes Hahn (Politica regionale), che invitano  il loro presidente, José Manuel Barroso, a considerare tale richiesta.

I fondi in questione sono il  Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), il Fondo sociale europeo (Fse), il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) e il Fondo europeo per la pesca (Fep), che attualmente hanno linee direttrici strategiche distinte. In altri termini, hanno un certo grado di autonomia per decidere dove e come i loro significativi portafogli dovrebbero essere spesi.

I quattro Commissari sostengono che la soluzione più ragionevole è di portare i fondi sotto un unico quadro strategico di riferimento che consentirà, non solo di ridurre le sovrapposizioni tra i vari fondi, ma anche di allinearli alla strategia chiave dell’Esecutivo dell’Ue per il 2020, che stabilirà la strategia delle priorità di spesa dell’Ue nel prossimo decennio.

La lettera, in realtà, riconosce che l’attuale sistema non è ottimale, e la nuova proposta aiuterebbe  a limitare la frammentazione dei diversi strumenti e a consentire una migliore individuazione delle priorità di finanziamento dell’Ue.

Inoltre, i Commissari sostengono che il nuovo progetto consentirebbe  anche di assicurare maggiore chiarezza tra gli Stati membri, ridurre i costi amministrativi e costituirebbe l’esempio di un approccio più coordinato a livello nazionale, regionale e locale.
L’iniziativa dei quattro commissari mostra con evidenza che a livello dell’Esecutivo si stanno delineando i primi schieramenti ed alleanze alla vigilia di un periodo storico molto importante per il futuro dell’Unione europea. In tale contesto va anche collocata la presa di posizione del commissario al bilancio, Janusz Lewandowski che in recente una intervista, ha dichiarato che gli aiuti agricoli dovrebbero essere ridotti a circa un terzo del bilancio dell’Unione europea e non rappresentare la sua parte principale (attualmente pari al 44% del bilancio Ue, comprese le risorse per lo sviluppo rurale). Il risparmio ottenuto potrebbe essere spostato verso la ricerca e l’innovazione. Il Commissario ha anche detto che i colloqui sul bilancio dell’Ue potrebbero essere la discussione più difficile nella storia, in seguito alla crisi economica mondiale.

Il bilancio è un’importante fonte di tensione tra i sostenitori della Pac come la Francia, e critici come il Regno Unito e Paesi Bassi. La Francia e la Germania sembra stiano unendo le forze per reagire alle nuove ipotesi formulate dal Commissario per la revisione del bilancio Ue e, in merito, sembra sempre più probabile una presa di posizione comune franco-tedesca, come sta maturando per la Pac dopo il 2013.

Il presidente polacco Bronislaw Komorowski,  nella sua recente visita a Bruxelles, sottolineando che il suo Paese  in futuro contribuirà con una quota significativa al bilancio dell’Ue, si è espresso in favore di un approccio solidale, riguardo alla revisione del bilancio Ue. In pratica auspicherebbe che si mettessero in atto politiche redistributive in favore delle regioni più povere (come la Grecia), in cambio del mantenimento dell’attuale livello di aiuti per gli agricoltori.

La Commissione dovrà presentare, probabilmente a fine settembre/inizio ottobre, la sua comunicazione sulla revisione del bilancio, contenente diverse opzioni di riforma (della spesa, ma anche delle entrate), che servirà come punto di partenza dei negoziati sul prossimo quadro finanziario 2004/2020 che inizieranno nel 2011.

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