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Modifiche al regolamento sul biologico, la Commissione tira il freno

È troppo presto per presentare proposte volte a modificare il Regolamento 834/2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. E’ la conclusione della relazione della Commissione europea al Parlamento europeo e Consiglio sull’implementazione delle norme Ue in materia, appena pubblicata.

Tuttavia, secondo l’Esecutivo dell’Ue, questa relazione stimolerà un dibattito costruttivo sul regolamento sull’agricoltura biologica con Parlamento europeo, Consiglio e altre parti interessate sulla base del quale la Commissione potrà presentare proposte in una fase successiva.

Come previsto dal regolamento 834/2007, la relazione analizza l’esperienza maturata nell’applicazione della legislazione europea sul biologico dal 2009, focalizzandosi su quattro aree principali: il campo di applicazione del regolamento e la sua possibile estensione ad altri prodotti agricoli; il divieto di uso di Ogm nella produzione biologica; il funzionamento del mercato interno e del sistema dei controlli; il regime di importazione.

In particolare, per quanto riguarda il divieto di uso di organismi geneticamente modificati nella produzione bio, la relazione della Commissione conclude che questo è attuato correttamente e non pone grandi problemi agli Stati membri a livello di sistema di controllo. L’affidabilità e l’efficacia della dichiarazione dei venditori solleva, invece, alcune preoccupazioni e andrebbe ulteriormente riesaminata.

In merito alla fattibilità della soglia di tolleranza per la presenza accidentale o tecnicamente inevitabile di Ogm, il documento sottolinea che l’attuale quadro legislativo fornisce adeguate garanzie, evidenziando che la maggior parte degli Stati membri è a favore del mantenimento della soglia dello 0.9% per la presenza accidentale di transgenico nei prodotti biologici, dal momento che una soglia specifica aumenterebbe la complessità e i costi per i produttori ed i consumatori.

Per quanto riguarda il campo di applicazione del regolamento, secondo la Commissione europea al momento non vi è necessità di comprendere anche la ristorazione. Tuttavia l’etichettatura biologica di tessili o cosmetici potrebbe trovare un’adeguata protezione attraverso l’utilizzo di altri strumenti. Si  conclude, quindi, che è preferibile approfondire gli aspetti regolatori e di controllo per i prodotti agricoli piuttosto che estendere l’ambito di applicazione del suddetto Regolamento ad altri prodotti e settori.

Il sistema di controllo è giudicato nella maggior parte dei casi adatto al funzionamento del mercato interno, tuttavia mostra ancora alcune lacune nella sua applicazione, per questo motivo la Commissione ritiene necessario continuare a lavorare per migliorarlo.

Infine, sebbene siano riconosciuti i progressi compiuti nell’attuazione del nuovo regime di importazione sulla base di equivalenza, che al momento comprende 11 Paesi terzi (con almeno 17 richieste in attesa), per l’Esecutivo sono auspicabili uno snellimento e semplificazione delle procedure e un rafforzamento della supervisione. Viene inoltre messa in discussione l’utilità di attivare il regime di conformità.

L’area dedicata all’agricoltura biologica occupa 8,6 milioni di ettari nell’Ue-27, dato che rappresenta il 4,7% del totale della superficie agricola utilizzata (SAU) dell’UE-27. Insieme con gli Stati Uniti, l’Unione europea è leader del mercato biologico; essi rappresentano insieme circa il 95% delle vendite biologiche a livello mondiale.

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