No alla carne agli ormoni, il Wto dà ragione all’Europa
L’Organizzazione Mondiale del Commercio ha respinto il ricorso di USA e Canada sulle restrizioni previste dall’Unione Europea per le carni trattate con ormoni. Si tratta, in tutta evidenza, di una decisione importante che conferma che la saluta e la sicurezza dei cittadini viene prima di ogni regola di libertà degli scambi. L’Unione Europea ha vietato l’uso di ormoni per la crescita degli animali e le importazioni di carne trattata con ormoni sin dall’inizio degli anni ottanta. Il Canada e gli Stati Uniti nel 1996 hanno fatto ricorso all’Organo di risoluzione delle controversie del WTO, ritenendo che la normativa comunitaria non rispettasse alcune regole previste dall’accordo della stessa WTO sulle misure sanitarie e fitosanitarie. Un primo parere che assecondava le richieste di USA e Canadaè stato pronunciato a Ginevra nel 1998, seguito dall’autorizzazione per i due Paesi ricorrenti a porre sanzioni sulle esportazioni Europee per un valore pari a 116,8 milioni di dollari americani e 11,3 milioni di dollari canadesi. Nel 2003 l’Unione europea ha adottato una nuova direttiva basata per il divieto di ormoni per la crescita degli animali e per l’importazione di carne trattata con ormoni basata su basi scientifiche che dimostravano che per un tipo di ormone utilizzato esistevano evidenti rischi di causa di tumori e che per altri vi erano evidenti effetti negativi sulla salute umana. E’ sulla base di tale nuova direttiva che in appello è cambiato il parere dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che raccomanda ora i tre contendenti a trovare un accordo sul contenzioso che li riguarda e che vede ancora applicate le sanzioni di Canada e USA verso l’Union europea. |