il Punto Coldiretti

Ogm, è battaglia tra Polonia e Commissione Ue sul no al transgenico

La Commissione Europea ha deciso di deferire la Polonia davanti alla Corte di giustizia a causa di una  legge nazionale, adotta nel luglio del 2006, sull’alimentazione animale che proibisce la produzione, l’immissione sul mercato e l’utilizzo di Ogm per l’alimentazione animale. Tale divieto si applica alla commercializzazione ed all’utilizzo di mangimi geneticamente modificati provenienti da altri Stati membri e da Paesi terzi.

A seguito di una serie di modifiche al testo, è previsto che il provvedimento entri in vigore il prossimo 2013. La Commissione ha deciso di adire la Corte di Giustizia in quanto, a suo avviso, la Polonia non ha rispettato la normativa comunitaria (direttiva 1829/2003) che stabilisce una procedura d’autorizzazione unica al livello di l’Unione europea per quanto riguarda i prodotti alimentari ed i prodotti per l’alimentazione degli animali geneticamente modificati. Come noto tale procedura si basa su una valutazione del rischio per la salute umana, animale e dell’ambiente che viene svolta dall’Autorità europea per la Sicurezza alimentare (Efsa).

Di fatto, argomenta la Commissione, una volta che una varietà di Ogm è stata autorizzata, gli Stati membri possono proibire l’immissione sul mercato solo nel rispetto delle disposizioni di regolamento (CEE) N. 1829/2003, attraverso l’invocazione della clausola di salvaguardia.

Sulla base di tali presupposti, la Commissione si dice dell’avviso che la Polonia non ha il diritto d’adottare unilateralmente un divieto generale d’immissione sul mercato di mangimi geneticamente modificati,  in quanto questo risulta contrario alle procedure prescritte dal regolamento (Cee) N. 1829/2003.

Secondo la giurisprudenza, uno Stato membro infrange il diritto dell’Unione europea quando mantiene o adotta disposizioni nazionali non conformi a questo diritto, anche se le suddette disposizioni non sono ancora applicabili.

Per tutte le summenzionate ragioni la Commissione ha ritenuto che con l’instaurazione di un divieto nel 2013 la Polonia venga meno agli obblighi che gli incombono ai sensi del diritto di l’ Unione. Spetterà ora alla Corte di Giustizia valutare se la normativa nazionale polacca viola i principi stabiliti dal diritto comunitario.

Resta il fatto che la decisione polacca di bandire il transgenico dai mangimi risponde alle preoccupazioni espresse dai cittadini europei e conferma il trend negativo fatto registrare dalle coltivazioni transgeniche a livello comunitario.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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