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Pac, ecco gli scenari futuri secondo l’Inea

La riforma in corso del bilancio dell’Ue e quella della Politica agricola comune dovrebbero essere in stretta collaborazione, in quanto i due processi sono interconessi e le decisioni sul bilancio incidono profondamente sulla posizione degli Stati membri in termini di saldo netto di bilancio totale o parziale.

Questo è quanto viene evidenziato nello studio “La Pac nel bilancio Ue: nuovi obiettivi e principi per la revisione del bilancio dopo il 2013”, elaborato dall’Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea) in collaborazione con l’Università degli Studi Roma Tre, che è stato presentato il 2 maggio durante la riunione della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo.

Alla luce di questi cruciali processi di riforma in corso, l’obiettivo di tale analisi è duplice, da una parte vuole delineare i differenti scenari per il bilancio e la riforma della Politica agricola comune basandosi sulle questioni rilevanti sollevate nelle relative Comunicazioni presentate dalla Commissione europea; dall’altra simulare i loro effetti in termini di saldo netto di bilancio totale o parziale nei singoli Stati membri. Prendendo come parametro di riferimento lo status quo, l’analisi delinea 5 scenari, derivanti dalle combinazioni possibili delle ipotesi di riforma del bilancio da una parte e della Pac, dall’altra.

Il primo scenario è quello di “declino inerziale” in cui ad uno stesso livello di bilancio corrisponde una lieve riduzione del Primo Pilastro (-5%) a favore del Secondo Pilastro; il secondo invece presenta un “ribilanciamento dei pilastri”, con un taglio del 20% del Primo a favore del Secondo Pilastro; il terzo e quarto mostrano, sempre a fronte dello stesso bilancio, una ridistribuzione delle risorse tra le sue rubriche.

Più nel dettaglio, si ipotizza un taglio del 20% dal Primo Pilastro a favore del Secondo Pilastro, della Coesione e della Competitività in tre parti eguali; oppure, si ipotizza sempre un taglio del 20% ma a favore della sola Coesione e Competitività. Il quinto ed ultimo scenario presenta, invece, un taglio al bilancio e il conseguente declino della Pac, ovvero un taglio del 20% dal Primo Pilastro che implica un risparmio netto nel bilancio Ue. Lo studio evidenzia inoltre l’importanza della scelta dei criteri di distribuzione tra gli Stati membri, che è ancora una questione aperta nel dibattito in corso a livello comunitario.

Più nello specifico, i risultati prodotti dall’analisi, a seconda dei criteri allocativi prescelti, prendendo come indicatori il saldo totale e parziale di bilancio vengono tradotti in una classificazione tra gli Stati membri tra Paesi vincitori (> + 5%), perdenti (< – 5%) o indifferenti (< +5%; > -5%) a livello di saldo netto, ovvero della differenza tra i pagamenti versati da ogni Stato membro al bilancio Ue e la spesa che essi ricevono indietro dall’Ue.

In termini generali, a livello di saldo netto totale, si osserva che degli scenari più conservativi beneficiano i nuovi Stati membri, mentre gli effetti positivi per i vecchi Stati membri si manifestano nei casi di scenari più radicali. E, allo stesso modo, in termini di saldo netto parziale per le “Risorse naturali”, sono gli scenari più radicali a generare effetti positivi e non quelli più conservativi, solitamente appoggiati da alcuni Stati membri.

In conclusione, lo studio sottolinea che, in ogni scenario, gli effetti in termini di saldo netto possono essere attenuati o amplificati dai criteri allocativi adottati per la distribuzione delle risorse rivolte alla Pac tra gli Stati membri.

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