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Pac, ok a mantenere i due pilastri ma si discute sulla destinazione delle risorse

Tutti d’accordo sul mantenimento dei due pilastri della Pac (aiuti diretti e spesa di mercato nel primo pilastro e le misure di sviluppo rurale nel secondo) in quanto complementari, ma il loro rapporto dovrebbe essere chiarito e la loro coerenza e coordinamento dovrebbero essere rafforzati in vista di una maggiore trasparenza, una maggiore prevedibilità delle politiche, il migliore equilibrio di bilancio e una più adeguata distribuzione finanziaria.

Questo, in linea generale, è quanto è emerso in occasione della riunione informale da parte dei Ministri dell’agricoltura, che si é svolta  dal 19 al 21 settembre a La Hulpe (Belgio), durante la quale la Presidenza belga ha proposto di proseguire discussione sul futuro della Pac.

Allo scopo, ha predisposto un documento di lavoro dal titolo “Scegliere oggi per una  Pac forte domani”, che fornisce una panoramica delle principali tendenze, osservazioni e aspettative, derivanti dal dibattito pubblico e dalla conferenza del 19-20 luglio scorso, riguardanti la Pac futura.

La questione di come gli aiuti diretti dovrebbero essere assegnati (sulla base di riferimenti storici, per ettaro, ecc) rimane un punto di divergenza tra le delegazioni. La maggior parte degli Stati membri si è opposta alla ri-nazionalizzazione del finanziamento del primo pilastro e ha insistito su come mantenere una rete di sicurezza in grado di rispondere meglio alle perturbazioni del mercato.

Tutte le delegazioni hanno convenuto sulla necessità di maggiore flessibilità in sede di attuazione del 2° pilastro (per mezzo del co-finanziamento), mantenendo al tempo stesso l’aspetto comunitario, in particolare quando si tratta di specificità regionali, innovazione, modernizzazione, strumenti per far fronte a situazioni di crisi.

La Commissione ha sottolineato la necessità di due pilastri complementari. Per quanto riguarda la flessibilità, non dovrebbe condurre a una ri-nazionalizzazione della Pac, ma dovrebbe mirare ad un miglior raggiungimento degli obiettivi comunitari. Una comunicazione in merito è prevista per la metà di novembre e sarà seguita da proposte legislative a metà del 2011.

Come sfondo del dibattito, la Presidenza belga ha presentato un documento di lavoro che fornisce una panoramica delle principali tendenze, osservazioni ed aspettative per il futuro della Pac, derivanti dal dibattito pubblico organizzato da aprile a giugno 2010 e dalla successiva conferenza nel mese di luglio. Il dibattito alla riunione informale è stato strutturato, da parte della Presidenza belga, con la formulazione nel documento di lavoro di due domande centrali.

La prima è relativa al futuro ruolo del primo pilastro. Alcuni considerano che debba fornire un reddito adeguato per gli agricoltori e consentire il raggiungimento dell’obiettivo della sicurezza alimentare, mentre per altri deve assicurare il  legittimo compenso per la qualità superiore e la sicurezza alimentare. Inoltre, molti hanno dichiarato che il primo pilastro dovrebbe anche promuovere e premiare l’effettiva fornitura di beni pubblici a livello comunitario, come l’attenuazione del cambiamento climatico e la lotta contro la perdita di biodiversità.

La seconda domanda è come può la futura Pac avere la flessibilità necessaria per affrontare le particolarità regionali e gestire le situazioni di crisi economica imprevedibile. Nel corso del dibattito pubblico molti hanno espresso la necessità di una maggiore flessibilità nella gestione della Politica agricola. La Pac dovrebbe fornire, tra l’altro, per risorse per l’ammodernamento dell’azienda, per l’innovazione verso la diversificazione delle zone rurali e per affrontare le sfide in un mondo in rapida evoluzione. La questione sulla necessità di una maggiore "flessibilità finanziaria" al fine di sviluppare una più dinamica Politica agricola, resta aperta. Tuttavia un meccanismo più flessibile è raccomandato per consentire più "implementazione territoriale" per il raggiungimento degli obiettivi comuni  attribuiti alla Pac.

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