il Punto Coldiretti

Passo indietro Ue sull’etichetta d’origine, l’Italia vota no

Lo scorso 7 dicembre, nell’ambito del Consiglio Impiego, politiche sociali, salute e protezione dei consumatori (Ecosoc), l’Italia ha detto no ad un testo di Accordo politico relativo alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla fornitura di informazioni sui prodotti alimentari ai consumatori.

Tra le ragioni addotte dal nostro Ministero della Sanità vi è anche il punto sull’origine obbligatoria degli alimenti, ritenuto insufficiente rispetto alle richieste dei consumatori di conoscere la provenienza degli alimenti che acquistano.

A tale riguardo l’Italia si è unita a Francia, Austria, Grecia e Portogallo nella firma di una Dichiarazione da mettere agli atti del verbale del Consiglio, nella quale si chiedono maggiori sforzi, nella fase di seconda lettura di adozione dell’atto, al fine di estendere l’obbligo di indicare il paese di origine o il luogo di provenienze ad un maggior numero di prodotti freschi ed al prodotto agricolo negli alimenti trasformati.

Di fatto, l’Accordo politico firmato in prima lettura dai Ministri dei 27 Stati membri conferma l’attuale approccio generale alla materia prevedendo che le indicazioni relative al paese d’origine o al luogo di provenienza di un alimento devono essere fornite obbligatoriamente ogni volta che la loro assenza può indurre in errore i consumatori per quanto riguarda il reale paese d’origine o luogo di provenienza del prodotto.

Unica nota positiva la decisione dei Ministri di estendere l’obbligo di indicare il luogo di origine alla carne suina, ovi-caprina e alla carne di volatile; per il resto il testo ribadisce l’intenzione di voler mantenere un approccio di tipo settoriale alla materia, prevedendo la possibilità di  estendere ad altri prodotti alimentari l’etichettatura di origine obbligatoria, a seconda dell’esito della valutazione d’impatto caso per caso che la Commissione europea sarà chiamata a svolgere  relativamente ai seguenti prodotti alimentari: carni diverse dalle carni delle specie suina, ovina, caprina e dalle carni di volatili; latte; latte usato quale ingrediente di prodotti lattiero-caseari; carni usate quali ingrediente; i prodotti alimentari non trasformati; i prodotti a base di un unico ingrediente; gli ingredienti che rappresentano più del 50% di un alimento.

Non è possibile ritenere sufficiente l’Accordo raggiunto per garantire maggiore trasparenza lungo tutta la filiera, ed è pertanto necessario mettere in atto azioni volte ad estendere l’obbligo di indicare la provenienza ad un numero maggiore di prodotti soprattutto quelli trasformati che contengono prevalentemente prodotti agricoli come ad esempio al pomodoro per la passata, alla frutta per la marmellata, il grano per la pasta, ecc.

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