il Punto Coldiretti

Pdl Ue sul Ripristino della natura, l’Italia guida il fronte del no

“E’ assurdo che in un momento di insicurezza alimentare globale si adottino altre misure che avranno come effetto un drastico smantellamento della produzione agroalimentare europeo ed un significativo aumento delle importazioni di prodotti dannosi per il consumatore e per l’ambiente da Paesi terzi” E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’esprimere apprezzamento per il voto contrario del ministro per l’Ambiente e la sicurezza economica, Gilberto Pichetto Fratin al Consiglio Ambiente sulla proposta di legge Ue per il ripristino della natura.

Una scelta condivisa dall’ Amministratore Delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, che ha aggiunto: La tutela dell’ambiente e perdita di biodiversità si combatte non con posizioni ideologiche, togliendo terreni produttivi dalla disponibilità degli agricoltori, o vietando interventi su decine di migliaia di km di percorsi fluviali (con gli effetti drammatici che ne derivano) ma piuttosto favorendo lo sviluppo della multifunzionalità, della vendita diretta ed opponendosi all’omologazione ed alla standardizzazione delle produzioni”.

L’Italia ha guidato il fronte del no seguita da Olanda, Svezia, Finlandia e Polonia, e l’astensione di Belgio e Austria, anche se alla fine la maggioranza dei Ministri dell’Ue ha approvato per una percentuale di voto minima un documento di posizionamento del Consiglio Ambiente sulla proposta della Commissione relativa al Ripristino della Natura, già bocciata dalla Commissione agricoltura del Pe. Ora la parola passa all’Europarlamento che dopo il rigetto della proposta in commissione agricoltura la dovrà rivotare in Commissione Envi e poi in plenaria.

Ripristinare gli ecosistemi in cattive condizioni è un obiettivo che può certamente accomunare tutti i portatori di interesse coinvolti e per il quale è necessaria un’azione coordinata, ma la Commissione europea dovrebbe fare autocritica ed ascoltare i diversi dubbi posti da molti eurodeputati e diversi Paesi europei su una proposta e su un approccio generale ai temi della sostenibilità che penalizzerebbe il settore agricolo, comportando una importante riduzione del potenziale produttivo.

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