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Per la Riforma della Pac si prepara un autunno “caldo”

Si prepara un autunno “caldo” sul fronte della nuova Pac. Dal 17 al 24 settembre Consiglio, Parlamento europeo e Commissione europea si confronteranno sugli aspetti della Riforma rimasti in sospeso, che comprendono gli elementi relativi al  Quadro finanziario pluriennale quali il capping e la degressività, il trasferimento tra i due pilastri, la convergenza tra gli Stati membri, i massimali nazionali dei pagamenti diretti e dello sviluppo rurale,  il cofinanziamento dei programmi di sviluppo rurale e la riserva di crisi.

Gli stessi temi saranno sul tavolo del Consiglio dei ministri dell’Agricoltura il prossimo 23settembre. L’obiettivo è arrivare con un accordo generale al voto in da parte della commissione agricoltura del Parlamento europeo, che si riunirà il 30 settembre per il voto in prima lettura sull’intero pacchetto di riforma.

Successivamente, dopo il voto della plenaria del Parlamento europeo, nel mese di dicembre ci sarà l’adozione formale da parte del Consiglio dell’Ue (che approverà la posizione espressa dagli eurodeputati) e le quattro proposte di regolamento saranno definitivamente adottate e che riguardano i pagamenti diretti, l’Ocm unica, lo sviluppo rurale e il finanziamento, la gestione e il monitoraggio della Pac.

Ricordiamo che la nuova Politica agricola comune entrerà in vigore il 1° gennaio 2014, ma l’applicazione di alcune norme partirà dal 2015. Per non causare problemi al normale funzionamento della Pac, a partire dal sistema dei pagamenti diretti e da quello dello sviluppo rurale (Psr) la Commissione ha stabilito delle norme transitorie che varranno fino a quando la Riforma entrerà concretamente a regime.

Dunque, le attuali disposizioni sul regime di pagamento unico, il regime di pagamento unico alla superficie (Rpus – per i nuovi Stati membri) e i pagamenti relativi all’articolo 68, saranno mantenuti per l’anno di domanda Pac 2014, ma con alcune modifiche.

La proposta della Commissione, relativa alle norme transitorie per il 2014, prevede che gli Stati membri potranno versare anticipi al 16 ottobre 2014, sino al 50% dei pagamenti (80% per i pagamenti relativi alla carne bovina). Per ogni Stato membro il valore totale dei diritti all’aiuto (primo anno di convergenza) è uguale a quello riportato nell’allegato VIII. Per l’Italia il massimale è pari a 3.953,394 milioni di euro. I massimali relativi ai pagamenti specifici per le carni ovine e caprine e i bovini sono adeguati ai nuovi massimali nazionali. Gli Stati membri possono inoltre decidere di trasferire sino al 15% dei loro massimali nazionali per gli anni 2014-2019, per le misure dello sviluppo rurale. Gli Stati membri che non utilizzano tale possibilità possono decidere di rendere disponibile, sotto forma di pagamenti diretti, fino al 15% degli importi destinati alle misure dello sviluppo rurale, elevabile al 25% nel caso di Bulgaria, Estonia, Finlandia,  Lettonia,  Lithuania,  Polonia,  Portogallo,  Romania,  Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno unito.

Per quanto riguarda, invece, lo sviluppo rurale, l’obiettivo è garantire una transizione tra due periodi di programmazione pluriennale. La proposta della Commissione prevede che gli Stati membri possono continuare ad assumere per alcune misure (per “superficie”: indennità compensative, misure agro ambientali, ecc.),  nell’anno 2014, degli impegni giuridici nell’ambito di programmi di sviluppo rurali esistenti (anche dopo l’esaurimento delle risorse finanziarie del periodo di programmazione 2007-2013) e le spese che ne derivano possono beneficiare del sostegno in corso per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020.

In seguito alla definizione dell’accordo sul QFP e dell’accordo inter istituzionale sulla PAC, la proposta di regolamento relativa al 2014, dovrà essere adottata dal Consiglio e dal Parlamento europeo nel quadro della procedura di codecisione, prima della fine 2013, affinché le norme transitorie possano essere applicate dagli Stati membri a partire dal 1° gennaio 2014.

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