il Punto Coldiretti

Presentate le proposte per la riforma della Politica comune della pesca

Nelle sue proposte per una riforma radicale della politica comune della pesca (Pcp), la Commissione europea ha definito un approccio globale alla gestione di questo settore in Europa. I piani sono volti a garantire la sopravvivenza sia degli stock ittici che dei mezzi di sussistenza dei pescatori, arginando il rischio di un eccessivo sfruttamento degli stock.

La riforma introdurrà un approccio decentrato alla gestione della pesca basato su conoscenze scientifiche, a livello delle regioni e dei bacini marittimi, e definirà migliori norme di governance nell’Unione e a livello internazionale tramite accordi di pesca sostenibile.

Secondo la proposta della Commissione, entro il 2015 gli stock devono essere sfruttati a livelli sostenibili, che corrispondono cioè al maggior volume di catture che può essere prelevato in condizioni di sicurezza anno dopo anno e mantenendo le dimensioni della popolazione ittica al livello di massima produttività.

Per la Commissione europea il concetto di“sostenibilità” include anche la fine dei rigetti in mare. Si calcola che questi ultimi costituiscano circa il 23% delle catture totali, arrivando anche al 60%. Questa pratica verrà gradualmente eliminata. Questo approccio costituisce un incentivo per indurre i pescatori ad evitare le catture accidentali per mezzo di soluzioni tecniche quali l’uso di attrezzi da pesca più selettivi.

L’ultimo aspetto legato alla sostenibilità è l’alternativa alla pesca eccessiva. In questo senso, l’acquacoltura, sia nelle acqua marine che dolci, ricoprirà un ruolo fondamentale. Questa attività ha infatti il potenziale di promuovere la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva per le zone costiere ed interne.

La creazione di un migliore contesto per l’acquacoltura permetterà di aumentare la produzione e l’offerta di frutti di mare nell’Unione, riducendo la dipendenza dalle importazioni di pesce e favorendo la politica di coesione.

La proposta della Commissione si muove inoltre nel senso di una maggiore regionalizzazione e maggiore governance. Il legislatore europeo si limiterà a delineare il contesto generale, i principi di base, gli obiettivi generali, gli indicatori di risultato e i calendari di attuazione. Gli Stati membri decideranno quindi le effettive misure di attuazione e coopereranno a livello regionale.

Nell’ambito della riforma, l’etichettatura acquisisce poi un ruolo fondamentale. Nuove norme di commercializzazione relative all’etichettatura, alla qualità e alla tracciabilità forniranno informazioni più chiare ai consumatori e li aiuteranno a favorire una pesca sostenibile portandoli, al contempo, a compiere scelte consapevoli. Questo permetterà inoltre agli operatori europei di competere in condizione di par condicio con gli altri importatori.

Questo nuovo pacchetto viene sottoposto al Parlamento europeo e al Consiglio per essere adottato secondo la procedura legislativa ordinaria (codecisione). Il termine auspicato dalla Commissione per l’adozione e l’entrata in vigore del nuovo quadro normativo è il 1° gennaio 2013. Nel corso dell’anno la Commissione intende, inoltre, proporre un nuovo meccanismo di finanziamento per la politica della pesca e degli affari marittimi, in conformità con il quadro finanziario pluriennale.

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