Quote latte, analisi degli effetti dell’abolizione del sistema nell’Unione Europea
La Commissione europea ha pubblicato uno studio, redatto dall’Istituto di Economia Industriale (Tolosa, Francia), il cui obiettivo è di fornire una valutazione quantitativa dell’impatto dell’abolizione del sistema delle quote latte sul settore lattiero-caseario dell’ UE. Il rapporto, commissionato dai servizi della DG agricoltura, è stato predisposto per fornire elementi utili alla discussione sul futuro della politica comunitaria nel settore lattiero-caseario nell’ambito del più ampio dibattito, attualmente in corso, che riguarda la verifica dello stato di salute della PAC. Con lo studio sono stati valutati gli effetti separati di quattro diversi scenari politici e messi a confronto con uno scenario di base ( considerato come una continuazione dell’attuale sistema di quote nel medio periodo). Tra questi, due scenari potrebbero essere definiti, dal punto di vista politico, come l’attuazione del concetto di “atterraggio morbido”, in cui si presuppone un aumento graduale delle quote latte a partire da sei anni prima della loro abolizione (dal 2009/2010 al 2014/2015); mentre per gli altri due scenari, che politicamente dovrebbero significare un approccio più forte, viene previsto un “atterraggio duro”, ovvero l’abolizione brusca del sistema delle quote.
Le valutazioni delle conseguenze negli scenari ad “atterraggio morbido” dimostrano che un aumento graduale delle quote conduce ad una tendenza dei prezzi costante verso una situazione “senza quota”, permettendo un regolare adattamento per i produttori ed i trasformatori. Per l’Italia, viene previsto un aumento della produzione proporzionale all’aumento della quota, relativamente e limitatamente ad un aumento dell’1% di quota/anno, mentre ad aumenti di quota superiori corrisponderebbero crescite di produzioni inferiori. Al contrario, la soppressione brusca di quota, prevista negli scenari ad ”atterraggio duro”, genererebbe uno sbalzo relativamente grande dei prezzi ed uno sviluppo più irregolare fra i diversi Stati membri. La crescita globale della produzione, già al primo anno, sarebbe prevista pari al 5%, ma con una significativa riduzione del prezzo del latte, stimata nell’ordine del 10%. Dal punto di vista dell’efficienza con gli scenari ad “atterraggio duro” trarrebbero vantaggio i produttori a basso costo e cioè i più competitivi, ma i costi di adattamento, quali i costi per l’abbandono, potrebbero essere più alti.
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