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Quote latte, l’Europa chiede più rigore nel far pagare le multe

La Commissione europea ha invitato le autorità italiane ad applicare maggiore rigore nel recupero degli importi dovuti dai produttori che hanno sforato le quote latte.

L’organismo comunitario ritiene che il monitoraggio dei casi in cui il pagamento non è stato registrato entro i termini stabiliti, sia un eccellente indice dell’impegno con cui le autorità italiane garantiscono il rispetto del meccanismo di rimborso rateale e la riscossione definitiva dell’intero importo del prelievo dovuto.

Di conseguenza, lo stesso Esecutivo afferma che nel caso di mancato pagamento, da parte dei produttori inadempienti, l’intero loro debito di prelievo supplementare, oggetto della decisione del Consiglio, diventa immediatamente esigibile, maggiorato degli interessi.

Questo, secondo quanto riportato nella relazione che la Commissione europea ha presentato al Consiglio dei ministri dell’agricoltura dell’UE, riguardo alla valutazione della situazione comunicata dall’Italia alle Istituzioni interessate. Più in particolare, si tratta del recupero del prelievo supplementare dovuto dai produttori di latte nei periodi dal 1995/96 al 2001/02, a norma dell’articolo 3 della decisione 2003/530/CE del Consiglio, del 16 luglio 2003, che consente agli stessi produttori di estinguere il loro debito mediante pagamenti differiti effettuati su vari anni senza interessi.

Dalla relazione dell’Esecutivo, si desume  che dei 25 000 produttori, che erano debitori del prelievo supplementare per i sette periodi annuali oggetto della decisione del Consiglio e nei cui confronti i tribunali nazionali avevano emesso un’ordinanza di sospensione del pagamento, in attesa delle sentenze definitive, circa 15.200 hanno optato per la possibilità di pagare a rate.

La scelta di questa possibilità, come noto, comporta l’abbandono dei processi in corso, ma in caso di mancato pagamento delle rate annuali prevede l’esclusione dal regime di pagamento rateizzato e, di conseguenza, espone i produttori al procedimento di recupero dell’intero importo dovuto, maggiorato degli interessi maturati.

I 15.200 produttori in questione, secondo i dati ufficiali, erano debitori di 345 milioni di euro circa, che corrispondono ad un terzo del debito residuo del prelievo sul latte a livello dei produttori. Ne deriva che ha optato per il meccanismo di pagamento a rate la maggior parte dei produttori che si erano resi responsabili dei superamenti più contenuti a livello individuale.

Nelle sue conclusioni, la Commissione considera positivamente i progressi compiuti dalle Autorità italiane nel recupero degli importi dovuti dai produttori che hanno optato per il regime del pagamento rateale del prelievo supplementare, ma ritiene opportuno sottolineare che, in assenza di indicazioni sull’importo effettivamente riscosso presso i pochi produttori partecipanti che non hanno versato le rate, e che pertanto sono stati esclusi da ogni ulteriore partecipazione a questo regime, non è in grado di valutare la diligenza applicata né i progressi compiuti nella riscossione dei prelievi corrispondenti.

Per gli importi del prelievo dovuti dai produttori, che non hanno aderito al regime del pagamento rateale e sui quali i processi sono sfociati in sentenze definitive favorevoli all’amministrazione, la Commissione ritiene che le informazioni fornite siano troppo limitate per permetterle di valutare se vi sia un progresso ottimale nel recupero del prelievo e invita l’Italia a fornire, nelle future relazioni annuali, tutte le necessarie informazioni dettagliate su tali casi.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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