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Sfuma l’accordo, a rischio il Bilancio Ue 2011

Nella notte tra il 15 ed il 16 di novembre è fallito ufficialmente il tentativo di conciliazione per trovare un accordo sul bilancio dell’Unione europea per il 2011 tra Parlamento europeo e Consiglio. La ragione che ha portato a questa situazione è stato il rifiuto da parte di una minoranza di Stati membri dell’Ue (Gran Bretagna, Olanda e Svezia) di affrontare la discussione della procedura relativa al  sistema di finanziamento del budget Ue richiesta  dai deputati.

In conformità con il Trattato di Lisbona, la Commissione inizierà adesso a lavorare su una nuova bozza di bilancio per il 2011.  Una volta che questa sarà pubblicata, il Consiglio e successivamente il Parlamento europeo dovranno adottare una propria posizione a suo riguardo.  Tale operazione sarà seguita da un’altra procedura di conciliazione che potrà durare qualche mese: dopo la proposta della Commissione, il Consiglio dovrà adottare la sua posizione entro un mese di tempo e, in seguito, i deputati avranno 42 giorni di tempo per esprimere un parere.

Se non viene raggiunto un accordo sul bilancio del 2011 entro il 31 dicembre, le Istituzioni europee saranno chiamate, dal 1° gennaio, a svolgere le proprie funzioni sulla base del sistema del “dodicesimo provvisorio”, come previsto  dal Trattato di Lisbona (art.  315). Ciò significa che ad ogni capitolo del bilancio sarà destinato mensilmente su un ammontare massimo di un dodicesimo di quanto ad esso destinato nel 2010: per ogni voce del bilancio, l’ammontare corrispettivo del 2010 sarà diviso 12 parti uguali e questi dodicesimi saranno messi mensilmente a disposizione degli Stati membri.

Ma quali potranno essere le implicazioni del sistema “dodicesimo provvisorio”? Innanzitutto ogni attività ed ogni struttura che non era contemplata nel bilancio del 2010 non sarà finanziata fino  a quando il Parlamento europeo ed il Consiglio non adottano il bilancio.

Programmi, iniziative e strutture che avevano un bilancio durante gli ultimi mesi dell’anno riceveranno un dodicesimo di tale ammontare mensilmente. Non sarà possibile attuare una flessibilità o prevedere spese, ad eccezione dei conti che devono essere pagati o degli impegni assunti. Gli strumenti finanziari dell’Ue (Fondo di solidarietà, Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, Riserva per gli aiuti d’urgenza) non potranno essere impiegati per nuove esigenze.

In particolare, per quanto riguarda  l’impatto  sull’agricoltura, è necessario considerare che gli aiuti diretti agli agricoltori sono pagati dagli Stati membri che successivamente sono rimborsati dalla Commissione europea all’inizio del anno successivo. La maggior parte dell’ammontare complessivo degli aiuti diretti è normalmente rimborsato tra gennaio e febbraio e comunque, la previsione dei dodicesimi è insufficiente a coprire questi rimborsi.

Tuttavia, il Consiglio, su proposta della Commissione, può autorizzare spese superiori al limite del dodicesimo e trasmette immediatamente la decisione al Parlamento europeo. La decisione  entra in vigore trenta giorni dopo l’adozione se, entro tale termine, il Parlamento europeo, deliberando a maggioranza dei membri che lo compongono, non decide di ridurre dette spese.

Viste le pesanti ripercussioni che potrebbero colpire l’Unione nel corso del 2011, è importante che le Istituzioni adottino una loro posizione il più rapidamente possibile; un accordo potrebbe essere raggiunto nel Consiglio europeo del 16-17 dicembre 2010, in quanto all’ordine del giorno figura la discussione relativa al bilancio.

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