il Punto Coldiretti

Un osservatorio europeo dei prezzi per frenare le speculazioni

I prezzi dei generi alimentari sono già scesi notevolmente dai livelli record di alcuni mesi fa, ma le cause che sottendono all’impennata dei prezzi delle materie prime agricole nel medio periodo, tra cui restrizioni normative, scarsa concorrenza e speculazione, rimangono latenti e vanno affrontate.

Queste sono le principali argomentazioni addotte dalla Commissione europea per una proposta di  miglioramento del funzionamento della filiera alimentare, così da abbassare i prezzi al consumatore.

La comunicazione adottata propone vari mezzi per razionalizzare il funzionamento della filiera alimentare in Europa, affinché ogni famiglia possa beneficiare in permanenza di prezzi competitivi. Essa fa seguito all’invito, rivolto dal Consiglio europeo dello scorso giugno, a indagare sulle cause dei forti rincari degli alimenti, poco prima che sopraggiungessero aumenti ancora più alti dei prezzi delle materie prime.

In sintesi la Commissione propone di:
• promuovere la competitività della filiera alimentare per accrescerne la capacità di ripresa dall’urto dei prezzi mondiali;
• operare in modo fermo e coerente a tutela della concorrenza su scala UE e nazionale tramite la Rete europea della concorrenza e contrastare pratiche e restrizioni particolarmente deleterie;
• riesaminare le normative potenzialmente restrittive a livello UE e/o nazionale: i provvedimenti che limitano l’accesso al mercato debbono essere riveduti e, se necessario, abrogati, salvaguardandone peraltro le finalità ambientali e sociali;
• i consumatori devono poter confrontare i prezzi più agevolmente: a questo scopo verrà creato un osservatorio europeo permanente dei prezzi al dettaglio;
• la Commissione vaglierà, di concerto con le autorità di regolamentazione dei mercati delle materie prime, come arginare l’eccessiva volatilità di tali mercati, che va a scapito sia dei produttori che dei consumatori.

Inoltre la Commissione ritiene che occorre intensificare gli sforzi per riequilibrare l’offerta e la domanda di prodotti alimentari su scala mondiale, stimolare la ricerca agricola e aprire alla concorrenza i mercati internazionali. Benché i prezzi delle derrate siano scesi in picchiata, nel medio periodo rischiano di essere mantenuti alti da fattori strutturali come l’aumento della domanda mondiale.

L’Esecutivo comunitario ritiene che questa situazione è imputabile anche a disfunzioni della filiera alimentare, riconducibili al grado di concorrenza e di regolamentazione. Nei vari Stati membri i prezzi dei prodotti alimentari hanno reagito in modo molto diverso ai cambiamenti, segno che il mercato dell’UE è ancora frammentato. Il consolidamento del mercato è presupposto di maggiore efficienza e di prezzi più bassi, ma non deve deteriorare le condizioni di concorrenza a livello locale, a detrimento delle imprese e dei consumatori.

La Commissione sostiene che è certamente possibile migliorare il funzionamento della filiera alimentare in modo tale che il consolidamento e l’integrazione settoriali vadano di pari passo con un’accresciuta competitività, prezzi più bassi e un più vasto assortimento di prodotti alimentari.

In tal senso, la promozione di una politica commerciale aperta, eliminando alcune delle restrizioni al commercio internazionale dei prodotti alimentari mediante un accordo equilibrato nell’ambito dei negoziati commerciali multilaterali del Doha Round, non potrà che giovare a tutti, compresi i paesi in via di sviluppo che sono i più colpiti dai rincari dei prezzi.
Inoltre, con l’approvazione della “valutazione dello stato di salute” della Pac, l’UE si è impegnata risolutamente ad aiutare gli agricoltori a reagire meglio ai segnali del mercato e a cogliere le nuove opportunità.

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