Report Ue: in Cina il maggior numero di barriere all’export agroalimentare
E’ la Cina il paese che ha innalzato il maggiore numero di barriere che ostacolano gli scambi commerciali e gli investimenti dell’Unione europea. In seconda posizione la Russia, seguita da India, Indonesia e Stati Uniti. E’ la fotografia scattata dal rapporto sulle barriere di accesso al mercato pubblicato dall’Unione europea. Nel mirino di questi Paesi un ampio ventaglio di settori produttivi interdetti e tra questi agricoltura e pesca sono stati i più penalizzati nel 2018. In particolare la Cina ha bloccato le importazioni dalla Ue di alcuni formaggi e latte sterilizzato, mentre l’India ha acceso il semaforo rosso a bevande alcoliche distillate, vini e birra e ha applicato restrizioni ai certificati veterinari obbligatori all’importazione di articoli in pelle. E poi restano vecchi contenziosi come l’accesso vietato negli Stati Uniti a pere e mele di otto Paesi Ue tra i quali l’Italia. Nel 2018 comunque sono stati anche risolti alcuni contenziosi commerciali. E’ il caso, per esempio, degli acquisti cinesi di carne bovina proveniente da Irlanda e Olanda, mentre in Giappone sono state abbattute le barriere per additivi per alimenti. La soluzione totale o parziale ha interessato 35 barriere principalmente in otto settori tra cui agricoltura e pesca e vini e liquori. Secondo l’analisi della Ue l’eliminazione delle barriere in tutti i settori nel periodo 2014-2017 ha consentito di aumentare di oltre 6 miliardi l’export Ue. |
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