il Punto Coldiretti

Allarme credito, raddoppia il costo del denaro per le imprese

La grave crisi economica si ripercuote anche nel settore agricolo dove l’accesso al credito, da sempre, rappresenta uno dei problemi più sentiti. Dai dati CreditAgri Italia, il più grande Confidi italiano del settore agroalimentare e per numero di sportelli promosso dalla Coldiretti, sembra che l’incidenza delle sofferenze bancarie dell’agricoltura si mantenga stabile con gli impegni che sono senza dubbio meno rischiosi ma con oneri finanziari inesorabilmente più alti.

Aumentano le richieste di accesso al credito ma tali incrementi di pratiche si riferiscono, in modo particolare, a domande tese a fronteggiare e coprire le emergenze di liquidità che purtroppo continuano a preoccupare le imprese agricole. D’altronde il costo del denaro per gli imprenditori agricoli è raddoppiato per la nota crisi che continua a ridurre la liquidità delle aziende. Oggi i tassi bancari superano il 6% e le previsioni per i prossimi mesi non sono affatto buone.

La situazione penalizza quanti nelle proprie realtà aziendali avevano programmato di intervenire con innovazione e nuovi acquisti. Nonostante questo, analizzando i dati di questi mesi del 2011, il ricorso al credito rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mostra un’agricoltura dinamica con trend davvero interessanti che superano l’11% rispetto ai 4 anni precedenti.

Se si va ad analizzare il rapporto tra fidi concessi, quindi accordati, e componente utilizzata, il rapporto resta molto elevato. Così come resta alta, però, la performance legata alla carenza di liquidità che raggiunge cifre record. Banca d’Italia segnalava la consistenza degli affidamenti in agricoltura, silvicoltura e pesca sopra i 40 miliardi di euro (oltre 11 nel nord-ovest, più del 13 al nord-est, poco più di 8 miliardi per le imprese al centro, quasi 5 miliari per il sud e poco meno di 3 per le imprese delle isole). Di questi affidamenti circa 16 miliardi sono erogazioni a medio lungo periodo. Le esigenze delle imprese riguardano il 52% dei casi investimenti immobiliari (costruzioni di fabbricati rurali).

Sul fronte dell’analisi dei rischi gli indicatori sui tassi, nonostante gli impieghi si dimostrino progressivamente sempre meno rischiosi rispetto ad altri comparti produttivi, rimarcano ancora una volta come sui finanziamenti per cassa le incidenze di onere finanziario siano più elevate della media. Ma la vera partita da giocare, tutta in atto, è quella relativa ai miliardi di finanziamento che devono essere riposizionati sul medio e lungo periodo per effetto della carenza di adeguati flussi finanziari che non permettono agli imprenditori di onorare le scadenze  se non previa una dilazione sul lungo periodo.

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