Anche la Grecia chiede l’origine in etichetta per latte e formaggi
La proposta avanzata dalla Grecia, che prevede l’indicazione dell’origine per il latte utilizzato in tutti i prodotti caseari, è stata abbozzata in una proposta di legge attualmente in stand by fino al prossimo 3 agosto; intanto, altri Stati membri dell’Ue e la Commissione Europea stanno valutando la compatibilità più generale con le norme comunitarie e di libero scambio. Stando alla legge, anche i rivenditori dovrebbero essere portati a fare menzione dell’origine, direttamente nel punto di vendita. L’obiettivo dichiarato rimane quello di proteggere e salvaguardare gli interessi degli allevatori greci, insieme a quello di tutelare i consumatori. La vicenda richiama in causa il problema delle cagliate utilizzate come sottoprodotti per produrre derivati e formaggi, con costi molto bassi senza che venga comunicata in modo trasparente al consumatore l’origine dei prodotti, né tantomeno le tipologie più scadenti di lavorazione adottate. La proposta greca avrebbe un campo di azione assai ampio, perché coprirebbe non solo i prodotti venduti tramite la distribuzione, ma anche quelli forniti a ristoranti, ospedali, cliniche e fondazioni non a fini di lucro. Tra i prodotti interessati, tutti i latticini, latte al cioccolato, latte in polvere e yoghurt. L’indicazione precisa della percentuale di latte presa da altri paesi, in caso di blend, dovrebbe essere esplicita e la dicitura dell’origine, chiara, leggibile e in lingua greca. I produttori dovrebbero essere responsabili della veridicità delle etichette, e la legge metterebbe al bando rivenditori e grossisti che non si adeguino alla norma. La bozza greca è una prima risposta ai problemi commerciali che si stanno creando in tutta Europa in seguito all’invasione di cagliate di provenienza incerta, prodotte come semilavorati a basso costo e dalla dubbia qualità, che creano una concorrenza sleale ai nostri produttori , facilitando il ribasso dei prezzi del latte. |