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Animali e resistenza agli antibiotici, Efsa preoccupata

Mentre le zoonosi (malattie che dagli animali si trasmettono agli uomini) tornano a fare paura, a causa sia dei cambiamenti climatici, che portano a latitudini nuove vettori e patogeni prima sconosciuti (vedi lingua blu), sia dei commerci internazionali, gli antibiotici disponibili sono limitati. E soggetti a resistenza da parte di nuovi ceppi batterici.

Il Direttore Generale dell’Agenzia Europea per la Medicina ha ammonito recentemente il Parlamento Europeo, sottolineando che nel giro dei prossimi 10-15 anni la mancanza di alternative antibiotiche potrebbe creare seri problemi all’intera catena alimentare.

Di fatto, la ricerca per reperire nuovi antibiotici segna il passo, trovando oggi più conveniente concentrare i propri sforzi sui farmaci contro il cancro. Efsa in un suo comunicato ha sottolineato come la comunità scientifica europea e i gestori del rischio stiano sviluppando conoscenze per capire quali fattori sviluppino e diffondano la resistenza agli antibiotici lungo la catena alimentare.

Efsa ricorda come dal 2001 la Commissione Europea abbia intrapreso una strategia per limitare la resistenza agli antibiotici: tra le misure adottate, il divieto di uso degli antibiotici per finalità non sanitarie (dal 2006, è stato vietato l’uso di antibiotici nei mangimi per facilitare la crescita). Parimenti la legislazione europea sulle zoonosi impone agli Stati membri stringenti misure di monitoraggio sui trend di resistenza batterica in atto.

L’attività principale dell’Agenzia per la Sicurezza Alimentare oggi riguarda la possibilità di una trasmissione agli uomini della resistenza microbica così come emersa a livello animale, e la vede impegnata a livello trasversale in più gruppi scientifici.

In particolare, si sta indagando su come gli alimenti  o fasi produttive (animali vivi, prodotti freschi, terra irrigata con acqua contaminata, cibi manipolati durante la trasformazione) trattati con antibiotici possano diffondere la resistenza dei batteri fino all’uomo. Efsa avrebbe già stilato una serie di raccomandazioni per prevenire e contenere la trasmissione di tali patogeni, soffermandosi sulle buone pratiche igieniche a tutti gli stadi della catena alimentare come fattore critico di controllo.

Nello stesso tempo Efsa collabora con gli Stati Membri per un database sulle zoonosi e controlla la resistenza agli antibiotici di Salmonella, Campylobacter, Escherichia Coli ed Enterococco nei cibi. Un problema emergente sarebbe poi quello dello stafilococco resistente alla meticillina: vari Stati europei si stanno occupando di approfondire la cosa. Nuove metodologie di analisi e di controlli sono state sviluppare dall’Unità Scientifica Zoonosi di Efsa.

Altri aspetti stanno venendo indagati: ad esempio, l’aggiunta di ceppi batterici ai mangimi per promuovere la produzione alimentare. L’attuale legislazione europea richiede già che siano privi di antibiotici e che anzi debbano essere resistenti agli antibiotici usati in veterinaria. A questo proposito, va verificato come detta resistenza non venga poi a costituire un problema per l’uomo.

Altro aspetto critico da monitorare: geni marcatori che contengono la resistenza a specifici antibiotici possono essere usati nella modificazione genetica (GM). Efsa ha riconosciuto (2004) il potenziale che si venga a creare una resistenza agli antibiotici negli uomini, animali e organismi nell’ambiente più ampio.

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