il Punto Coldiretti

Attività dell’Efsa, ecco il decalogo della Coldiretti

Coldiretti ha partecipato alla Consultazione Pubblica aperta sulla bozza del Piano Strategico di Efsa, che copre gli anni dal 2009 al 2013. Pur dichiarandosi soddisfatta delle attività dell’Agenzia e della rinnovata attenzione per la catena alimentare, Coldiretti si sente di avanzare i seguenti suggerimenti per il prossimo futuro dell’Agenzia.

1. Iniziative programmate di coinvolgimento delle parti interessate, in modo da rendere Efsa meno astratta, pur senza perdere la propria indipendenza. In particolare, mancherebbe una camera di compensazione e di incontro con i funzionari e gli scienziati di Efsa e imprenditori o altri soggetti legittimamente interessati, che rende il ruolo dell’agenzia ancora percepito come lontano dagli interessi concreti degli operatori alimentari europei.

2. Richiesta di pareri non solo scientifici, ma anche gestionali, organizzativi, e di prioritizzazione dell’Agenda dei lavori (le scelte più politiche dovrebbero infatti essere sottoposte concretamente al parere dei pubblici potenzialmente interessati o che comunque vengono chiamati in causa). Allo stesso modo, per scelte delicate, dovrebbero essere considerate le istituzioni europee rappresentative anche tramite voto (Parlamento Europeo).

3. Coldiretti ha inoltre chiesto un migliore bilanciamento tra le attività di Efsa al servizio dei cittadini (valutazione del rischio su alimenti già presenti nella catena alimentare, e magari in risposta a richieste istituzionali della Commissione) e attività invece al servizio di industrie private (richieste di autorizzazione di sostanze o nuove sementi, come Ogm), che assorbono ancora una quota molto rilevante del budget dell’Agenzia, ma le cui ricadute concrete sulla sicurezza alimentare sono ancora poco chiaramente percepite dai cittadini europei come rilevanti. Ricordiamo che Coldiretti a Bruxelless aveva fatto valere questa stessa posizione entro il Comitato Economico e Sociale Europeo, che l’aveva appoggiata entro un documento ufficiale CESE.

4. E’ stato chiesto inoltre di rappresentare formalmente anche membri della società civile, e non solo consumatori. Infatti ad oggi, nonostante nel piano strategico si dichiari interesse per la società civile, non vi sono cittadini che siano messi nelle condizioni di interloquire con l’Agenzia in quanto tali. A tal proposito, una presenza stabile dei cittadini entro la Piattaforma degli Stakeholders sarebbe auspicabile, come accade in molti board decisionali americani.

5. Coldiretti ha chiesto un monitoraggio congiunto Efsa e DG Salute e Consumatori sulle percezioni del rischio alimentare in capo ai cittadini europei, con una comunicazione interattiva tra le due istituzioni in riguardo. Infatti sono entrambe interessate allo stesso tema, ma potrebbe accadere una ridondanza o sovrapposizione dei compiti, con spreco di risorse e sovrapposizione delle voci.

6. Lo stesso vale per la comunicazione del rischio, che essendo responsabilità congiunta dei due corpi istituzionali, può non essere omogenea o coordinata. Ciò ha causato in un passato anche recente difficoltà di comprensione e talvolta contrapposizione, con smentite o decisioni della Commissione in contropiede rispetto a Efsa.

7. Circa i metodi di valutazione scientifica, Coldiretti ha chiesto che Efsa non abbia a ripetere alcune prese di posizione come quella sulla clonazione: nella quale, si è seguito un approccio “di prodotto” (prodotto finale sicuro) e non di “processo” (il processo pure attraverso il quale otteniamo il prodotto deve fornire le sufficienti evidenze di sicurezza alimentare e benessere animale). L’approccio di processo, al pari del principio di precauzione, riguarda le fondamenta stesse della regolamentazione europea in materia di sicurezza alimentare. In quanto tale, è carico di implicazioni e di scelte fatte precedentemente ad un livello politico, che non possono essere rimesse in discussione da un organo eminentemente tecnico quale Efsa. La differenza tra Europa e Usa è in buona parte misurata su questa differente visione (prodotto o processo), oltre che sul principio di precauzione. Efsa non dovrebbe abdicare a metodi di valutazione presi a prestito da altre parti del mondo. Come ribadito alla Piattaforma Consultiva delle Parti interessate gli scorsi giorni dalla Direttrice, del resto, Efsa collabori pure con la Food and Drug Administration, ma poi produca indipendentemente la propria autonoma valutazione del rischio.

8. Sempre circa i nuovi metodi di valutazione scientifica (genomica, proteo mica in particolare) che promettono di limitare il ricorso a prove di laboratorio in vivo, Coldiretti chiede a Efsa di rendere edotti i vari pubblici europei del significato concreto di queste nuove metodologie, in modo da rassicurare l’opinione pubblica sulla garanzie offerte dagli stessi anche in assenza di prove sperimentali nel significato accettato del termine.

9. Coldiretti chiede che Efsa dialoghi con l’Agenzia Europea per la Sicurezza sul lavoro, in modo da diminuire al massimo i rischi che gli agricoltori sperimentano durante l’esercizio della propria attività. In base ai dati disponibili a livello europeo, oggi ancora in Europa,il 3,2% dei lavoratori in campo agricolo soffrono di problemi cronici dovuti alla attività svolta.

10. Efsa dovrebbe non solo approvare richieste di indicazioni salutistiche in chiave di marketing come portate avanti dall’industria, ma bilanciarle con una informazione e comunicazione anche scientifica ai cittadini consumatori sulla salubrità dei vari regimi dietetici e modelli alimentari. Solo così rimane possibile avere un approccio comunicativo equilibrato e non incentivare ad un consumo eccessivo di limitate categorie alimentari (es, probiotici, etc).

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