il Punto Coldiretti

Carne equina, Francia e Regno Unito spingono per nuovi test

Un nuovo ciclo di test del Dna a livello europeo per verificare la presenza di carne di cavallo nei prodotti a base di carne bovina dovrebbe essere discusso a breve dagli Stati membri. Regno Unito e Francia, in particolare, sostengono con forza la necessità di nuovi controlli supplementari per rassicurare i consumatori dopo lo scandalo dei mesi scorsi.

Il ministro francese,Benoît Hamon, ha discusso sulla possibilità di procedere a un  nuovo ciclo di test con il Commissario europeo alla salute e alla politica dei consumatori Tonio Borg durante la scorsa settimana. Dopo l’incontro Hamon ha dichiarato che il Commissario europeo, in seguito alle obiezioni mosse da alcuni Stati membri circa i costi si è detto disponibile a fornire il cofinanziamento Ue per i nuovi test del DNA.

La prima tornata di test dello scorso marzo ha rivelato che il 5% dei prodotti alimentari a base di carne venduti nell’ Ue conteneva DNA di cavallo. In Francia la percentuale era intorno al 13 %, la più alta di tutta l’Unione europea. Anche il governo britannico sta spingendo per ulteriori test del DNA sottolineando che  dovrebbero concentrarsi maggiormente sui prodotti ad alto rischio, e non dovrebbero essere necessariamente completi come quelli svolti nei mesi scorsi.

Secondo il Department for Environment, Food and Rural Affairs (Defra) un ulteriore ciclo di test europei sulla carne di cavallo potrebbe infatti contribuire a rassicurare i consumatori sul fatto che i prodotti ritirati a seguito dello scandalo o le scorte dei magazzini non vengano reintrodotti sul mercato ora che è calata l’attenzione da parte dei media sulla vicenda.

La Francia preme anche per una rapida adozione di norme in materia di etichettatura di origine per la carne utilizzata negli alimenti trasformati, un passo necessario per migliorare la tracciabilità nella catena alimentare. Borg ha confermato che lo studio di fattibilità sarà pubblicato entro la fine del mese prossimo. La relazione della Commissione europea, secondo il ministro francese Hamon, dovrebbe consentire l’adozione di un approccio comune dell’Unione europea sul tema in tempi rapidi.

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