il Punto Coldiretti

Cibi innovativi, il rischio dell’approvazione rapida

Nel tentativo di rendere definitivamente percorribile il tormentato regolamento sui Novel Foods (258/97), la Commissione Europea ha proposto di alleggerirne il percorso di validazione scientifica.

I Novel Foods sono quegli alimenti che non hanno una storia di uso significativo o di uso sicuro entro la popolazione europea precedentemente al 1997 (quindi anche cibi tradizionali ma di altre culture alimentari, oppure Ogm o prodotti derivanti da Ogm ma che non li contengono); che contengono ingredienti ottenuti secondo tecniche non convenzionali, o essi stessi sono ottenuti in modo convenzionale, con una struttura molecolare primaria nuova; prodotti a partire da microorganismi, funghi, alghe.

Il regolamento, richiedendo una valutazione scientifica molto stringente, aveva negli ultimi anni finito per scoraggiare l’industria europea dal sottoporre nuove richieste di cibi innovativi. La Commissione vorrebbe ora cambiare lo stato delle cose per favorire la competitività europea, andando verso un modello di governance del rischio più simile a quello statunitense, in cui è ribaltato l’onere della prova: non sarebbero i produttori a dover dimostrare la sicurezza alimentare dei cibi “nuovi” all’interno dell’Unione, ma l’Efsa a rendere noto se e come sono sicuri, compito che dovrebbe svolgere in cooperazione con gli Stati Membri.

I Parlamentari europei si sono contro dichiarati contrari alla posizione della Commissione Europea, perché essa rappresenterebbe un tentativo di andare contro le basi stesse della filosofia alimentare Ue, che vede il principio di precauzione porre l’onere della prova in capo all’industria.

In base alla più recente posizione della Commissione, si aprirebbe un percorso agile di approvazione dei Novel Foods, con possibili effetti dirompenti di salute pubblica. L’approccio della Commissione, di seguire una valutazione “caso per caso”, impedirebbe inoltre di gestire in modo armonizzato l’impatto di questi cibi sulla popolazione nel suo insieme. I consumatori, infatti, potrebbero accedere a una varietà di alimenti – ognuno “entro i limiti di sicurezza” se considerato a se stante¬ – nell’insieme potenzialmente pericolosi.

Ecco perché c’è stata una vera e propria levata di scudi da parte di vari rappresentanti di Ong europee, oltre che degli europarlamentari. A complicare le cose poi, in questi giorni, la questione clonazione: non è chiaro se possa essere autorizzata a partire dal regolamento sui Novel Foods, nonostante la forte opposizione del Parlamento Ue.

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