il Punto Coldiretti

Clonazione e novel foods, il Parlamento Ue chiede una nuova legislazione

La promessa c’era stata: proporre una nuova legislazione su clonazione animale e novel foods in Europa, due dei più delicati capitoli della sicurezza alimentare, che tanto impatto hanno sui consumatori. Alcuni giorni fa, il presidente del Comitato del Parlamento Europeo per l’Ambiente, la Salute Pubblica e la Sicurezza Alimentare aveva scritto a John Dalli (Commissario UE della DG Salute e Consumatori), chiedendo un chiaro impegno su tempi di realizzazione per arrivare alla revisione di queste  due parti della legislazione europea.

In aprile lo stesso Dalli si era impegnato formalmente in un incontro con i membri del Comitato parlamentare, assicurando che la Commissione Europea avvertiva un senso di urgenza nel legiferare in proposito. Tuttavia ad oggi la Commissione non è stata in grado di definire con chiarezza i tempi di realizzazione della normativa.

Sulla clonazione, che doveva rientrare nella partita novel foods, si è assistito negli ultimi 3 anni al fallimento del dialogo tra Consiglio e Parlamento, vanificando quanto fatto finora, con la Commissione che deve iniziare da zero la discussione con una nuova proposta legislativa. Il Parlamento chiedeva che la clonazione avesse di un corpus normativo separato, senza entrare trasversalmente nella normativa sui novel foods.  Su questo aspetto Dalli si era speso, promettendo un iter nel senso desiderato dal Parlamento Europeo. Ma, sempre in questi giorni, la Commissione ha confermato che ancora non si sa quale strada si prenderà (legislazione separata o unita per clonazione e novel foods).

Il fallimento sulla negoziazione tra Consiglio e Parlamento è stato dovuto alla necessità di garantire piena tracciabilità anche per la progenie degli animali clonati. Cosa che sarebbe stata difficile ma che aveva creato difficoltà anche con partner commerciali in cui tale prassi non fosse richiesta, ingenerando il rischio di battaglie commerciali.

Durata l’estate del 2010, c’era già stata nel Regno Unito l’immissione in commercio di carne da progenie di animali clonati, sicuramente consumata. Subito la Gran Bretagna aveva lanciato un’allerta rapida, ma era stata criticata dal Belgio, perché i discendenti di animali clonati non erano coperti dalla legislazione sui novel foods (non potendo essere considerati come novel food non autorizzato), e dunque non potevano essere legalmente vietati.

Un vuoto normativo che ha causato un braccio di ferro tra Parlamento Europeo, Commissione e Consiglio. Fino ad arrivare ad oggi, ancora nella massima incertezza. Nella migliore delle ipotesi, la nuova normativa sui novel foods, che dovrebbe, nelle intenzioni, semplificare quella assai complessa del 1997, prenderebbe il via nel 2014, secondo un calcolo approssimativo della Commissione.
 
Il Parlamento europeo, inizialmente desideroso di dar vita a una legge specifica sulla clonazione, era già sceso a compromessi, accettando che, in attesa della nuova legislazione, si riempisse il vuoto in materia tramite il nuovo regolamento sui novel foods, come caldeggiato dalla Commissione. Inoltre, era disposto  ad accettare un compromesso per autorizzare la commercializzazione di prodotti alimentari provenienti da progenie e discendenza di animali clonati, ma a patto che fosse stabilito un sistema di tracciabilità e di etichettatura obbligatoria di tali prodotti.

Ovvero, che il consumatore potesse essere sempre informato di stare acquistando prodotti derivati, in maniera più o meno indiretta, da animali clonati.  Qui era emersa l’opposizione del Consiglio, che aveva quindi fatto saltare l’accordo.

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