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Controlli ufficiali, presto la riforma del regolamento 882

In materia di controlli i lavori procedono, e anche se al momento non vi sono soluzioni definitive, già trapelano alcuni orientamenti della Commissione Europea; il nuovo regolamento dovrebbe essere pronto per i primi mesi del 2012. Sebbene la base del Regolamento 882 sia stata considerata valida, si cercherà ora di portare coerenza e armonizzazione rispetto a normative di altro tipo, in particolare sulla salute vegetale (comprensiva dei controlli circa i requisiti per l’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e l’uso sostenibile dei pesticidi) e animale, gli Ogm, i materiali riproduttivi  vegetali e i sottoprodotti animali.

Inoltre, si verranno a coprire ambiti che sono emersi nel tempo (e di cui ancora nel 2004, anno in cui è stato pubblicato il Regolamento 882, non si aveva piena consapevolezza), come le nanotecnologie, i materiali di contatto. E ancora: si proveranno ad armonizzare i controlli ai confini, utilizzando sempre il criterio campionario (maggiori rischi del consolidato storico, maggiori i controlli), ma con controlli sia documentali che fisici, e con la Commissione Europea che chiede ora un forte coordinamento tra i posti di controllo alle frontiere (o nei porti).

La Commissione chiederà anche di adottare protocolli specifici sulla comunicazione dei controlli, in modo da avere dichiarazioni armonizzate e facilmente comprensibili da parte di tutti i paesi Ue. Inoltre, in particolari condizioni di emergenza la Commissione potrà dare indicazioni ancora più restrittive su come comunicare.

In definitiva, il nuovo sistema integrato europeo dei controlli ufficiali vedrà coinvolti 14 atti legislativi sviluppati fino ad oggi, e portati a coerenza. Uno degli aspetti centrali sarà poi la riscossione delle tasse di scopo, che attualmente hanno un livello di applicazione diverso nei vari settori produttivi.

Su questo punto la Commissione è stata molto chiara e, per non invalidare il sistema dei controlli in ragione della mancata riscossione delle tasse, ha chiesto una applicazione generalizzata e obbligatoria per coprire i costi delle ispezioni. Ad oggi le tasse per le ispezioni sono applicate in modo disomogeneo in diversi settori (trasformazione delle carni, prodotti della pesca, latte, approvazione degli impianti mangimistici, frontiere).

Modo che oggi va cambiato, per un bisogno di equità e trasparenza sul modo di operare. La circolare della Commissione Europea chiarisce: “la capacità dell’Europa di esportare verso paesi terzi dipende dalla reputazione degli alti standard produttivi e dal valore aggiunto che i beni europei possono provare di avere a confronto con quelli prodotti al di fuori dell’Europa. Questo potrà essere raggiunto soltanto da controlli ufficiali affidabili e credibili, che assicurino che la filiera alimentare Ue ha parametri di qualità e sicurezza alimentare adeguatamente controllati, con corrispondenti aspettative da parte dei partner commerciali”. In ogni caso gli Stati Membri potranno decidere esenzioni per le micro-imprese, con criteri da stabilire.

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