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Export, porte ancora chiuse a troppi prodotti Made in Italy

Porte ancora chiuse (o socchiuse) in alcuni Paesi esteri all’agroalimentare made in Italy bloccato dalla barriere fitosanitarie. Con pesanti danni economici alla nostra economia agricola che vede nell’export la principale valvola di sfogo. Un’analisi dl Mipaaft ha fornito un aggiornamento dei dossier più caldi. Passi avanti ne sono stati fatti, ma nella maggior parte dei casi manca ancora l’ultimo atto per sbloccare l’invio delle partite.

In Brasile servono ancora riscontri per l’autorizzazione all’esportazione di susine cino-giapponesi provenienti dall’Italia. Anche in Canada resta aperto il confronto per il pomodoro ciliegino coltivato in serra che era ben posizionato su quel mercato. Le autorità chiedono di importare pomodori senza parti verdi, ma la richiesta è stata bocciata dai produttori siciliani.

Primi risultati sono stati incassati in Cina con le arance rosse, l’erba medica disidratata e le nocciole. Il protocollo per l’export di arance rosse è stato formalizzato il 23 marzo 2019 e i primi container sono arrivati. E’ stato anche compiuto l’ultimo atto, con la pubblicazione della lista degli operatori italiani autorizzati, per la commercializzazione in Cina dell’erba medica disidratata. E si è sbloccato il dossier, avviato nel 2015, per le nocciole.

Resta invece ancora fermo il protocollo d’intesa per autorizzare l’esportazione di riso da risotto in Cina, stessa sorte per la trattativa finalizzata a riaprire le frontiere alla farina di frumento bloccata dal 2013. I nostri produttori sono in attesa di riscontri anche per le pere la cui trattativa va in parallelo con quella per le mele. Ma secondo le autorità cinesi negoziare un testo unico allunga i tempi. Da qui il via libera dell’Italia a dare priorità alle pere, ma si attendono risposte.

Un negoziato tecnico è in attesa di arrivare al traguardo per i kiwi inviati in Colombia ed è appesa alle indicazioni delle autorità della Corea del Sud la trattativa relativa agli agrumi.

Dal 2004 è in corso un negoziato con il Giappone per il kiwi verde e giallo e parallelamente si lavora per spedire arance tarocco che arriveranno nel Paese dopo la conclusione del negoziato sul kiwi. La Giordania ha bandito piante da frutto e ornamentali a seguito del ritrovamento di Xylella fastidiosa in Toscana.

E’ in atto una trattativa con l’India per il riso alimentare, mentre sono stati compiuti passi formali in Iran per l’erba medica disidratata. Si presenta poi complessa la partita per l’export di piante di kiwi in Nuova Zelanda.

La Xylella ha bloccato le spedizioni di barbatelle di vite in Russia dove è scattato lo stop anche per le piante di fragola. In Sud Africa si riscontrano difficoltà per l’uva da tavola e per pere e mele con il primo capitolo che condiziona il secondo. Allo studio della Thailandia il dossier sulle mele, mentre per lo stesso frutto si aprono spiragli a Taiwan.

Le autorità italiane restano poi in attesa di riscontri sulla documentazione inviata negli Stati Uniti per la vendita di sementi di grano e carciofo fresco. E infine il Vietnam con il quale è in corso la trattativa per la vendita di mele.

Una lunga lista di dossier aperti che confermano come in molti Paesi si faccia di tutto per ostacolare le migliori e garantite produzioni made in Italy, mentre le nostre frontiere non risultano protette con la stesso rigore.

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