Foreste: il Cese chiede incentivi mirati per rilanciare il settore Ue
Un metro cubo di legname cattura una tonnellata di anidride carbonica. La biomassa dunque può assorbire Co2 e quindi la gestione attiva delle foreste e la rigenerazione del patrimonio boschivo sono fondamentali per un modello di crescita sostenibile. Parte dunque dal ruolo delle foreste nell’azione di mitigazione dei cambiamenti climatici e della crescita sostenibile il parere del Comitato economico e sociale europeo (Cese) sulla relazione della Commissione Ue su “Progressi nell’attuazione della strategia forestale della Ue- Una nuova strategia forestale della Ue per le foreste e il settore forestale” pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea dell’11 febbraio. Secondo il Cese la strategia forestale dopo il 2020 deve essere adeguata al Green Deal europeo e dovrà inoltre essere in linea con il piano strategico per le foreste e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e l’accordo di Parigi. Le foreste sono anche una cura per contribuire ad affrontare i cambiamenti climatici, ma sono esse stesse vittime dei nuovi fenomeni. Per centrare questo obiettivo si deve puntare, secondo il Cese, a sviluppare tutto il potenziale di immobilizzazione del Co2 incrementando la sostituzione delle materie prime e dell’energia di origine fossile e intensificando lo stoccaggio del carbonio nei prodotti in legno. Sul tema dell’assorbimento di carbonio dal punto di vista climatico la Coldiretti evidenzia però i ritardi accumulati, sia sul fronte nazionale che europeo, sulla valorizzazione del ruolo di assorbimento del carbonio del settore agroforestale. Ad oggi, infatti, rileva Coldiretti, non è prevista alcuna forma di sostegno diretto mentre procede la normativa che individua gli obiettivi di riduzione delle emissioni nel settore agricolo impedendo ogni forma di compensazione. Tornando al documento del Cese, questo sottolinea il ruolo multifunzionale delle foreste soprattutto per affrontare i fenomeni estremi provocati dai cambiamenti climatici, dalle inondazioni alla siccità fino agli incendi boschivi e ai danni da parassiti che va rafforzato combinando “ strumenti finanziari e misure a favore del clima e dell’ambiente”. Il settore è considerato strategico per il passaggio da un’economia a base fossile a una basata sulle risorse biologiche. La capacità delle foreste di svolgere “ un ruolo forte nella bio economia circolare – recita la nota del Cese – offrirà all’economia europea grandi opportunità di raggiungere la leadership tecnologica mondiale”. Tra le priorità indicate la ricerca e l’innovazione per rafforzare la sostenibilità delle catene di valore basate sulla biomassa legnosa e la gestione attiva e sostenibile in grado di preservare la biodiversità. Ma anche la capacità dell’industria forestale di creare nuovi posti di lavoro verdi promuovendo lo sviluppo nelle zone rurali puntando anche all’ecoturismo. Per questo, secondo il Cese, servono giovani qualificati, ma questo è un aspetto di criticità rilevato in tutta l’Europa. Il Cese raccomanda dunque una mappatura dello stato attuale della forza lavoro per definire il fabbisogno di manodopera e soprattutto per valutare l’appeal di tale attività che deve portare alla creazione di “posti di lavoro e condizioni dignitosi”. In considerazione della funzione strategica dei servizi eco sistemici forniti alle popolazioni rurali, periurbane e urbane, dalle risorse idriche agli spazi ricreativi, è necessario garantire una remunerazione adeguata. Tenendo conto del pacchetto di impegni delineato il Cese propone che nel futuro quadro finanziario pluriennale sia inserito un fondo specifico per le misure finalizzate a frenare le perdite di risorse forestali per effetto dei cambiamenti climatici. |