La Pac post 2020, ecco la proposta per i pagamenti diretti
Come avvenuto in passato, anche per la prossima programmazione 2021-2027, la normativa sui pagamenti diretti prevede modifiche volte a garantirne l’efficacia e l’adeguamento alle nuove esigenze del settore. In base a quanto riportato nei “considerando” della proposta di regolamento, i pagamenti diretti avranno un ruolo essenziale nel garantire un equo sostegno al reddito degli agricoltori, in linea con l’obiettivo di promuovere un settore agricolo resiliente e smart. L’importanza dei pagamenti diretti era chiaramente emersa anche nella Comunicazione della Commissione pubblicata a novembre 2017, in quanto essi sono considerati lo strumento che dovrebbe consentire di colmare il divario tra il reddito degli agricoltori e quello di coloro che sono impegnati in altri settori. Nel nuovo approccio rimane l’impostazione a “pacchetto”, cioè la previsione di diverse tipologie che nel loro insieme costituiscono l’importo totale dei pagamenti spettanti all’agricoltore. La proposta di regolamento classifica in modo inequivocabile i pagamenti in due categorie: Rispetto all’attuale programmazione, ci sono tre novità: Novità sono previste anche per la riduzione dei pagamenti e il capping: nella proposta è prevista l’applicazione all’intero importo dei pagamenti diretti superiori a 60.000 euro (nell’attuale programmazione si applica al solo pagamento di base e agli importi superiori a 150.000 euro), con fasce di riduzioni differenziate. Anche per la prossima tornata è prevista la decurtazione dall’ammontare dei pagamenti diretti dei costi sostenuti dall’agricoltore legati al lavoro. Va sottolineata la nuova formula che sostituisce quella dell’agricoltore attivo con la denominazione di “vero agricoltore” (genuine farmer, tradotto nella proposta come “agricoltore vero e proprio”), a conferma dell’obiettivo di garantire che nessun sostegno al reddito sia concesso a coloro la cui attività agricola costituisce solo una parte insignificante delle loro attività economiche complessive o la cui attività principale non è agricola, pur non impedendo il sostegno ad agricoltori che svolgono altre attività. Gli Stati membri definiscono quali soggetti non sono considerati “veri agricoltori”, in base a criteri quali reddito, impiego di lavoro nell’azienda agricola, oggetto sociale, inclusione in registri nazionali. L’Italia, inoltre, dovrà decidere se continuare ad applicare i titoli. Qualora si optasse per il mantenimento di tale sistema, si potrà proseguire con l’applicazione della convergenza che prevedrà l’applicazione di un tetto massimo all’aiuto e l’obbligo di garantire a tutti gli agricoltori un importo minimo dei titoli pari al 75% del valore unitario medio. Anche nella prossima programmazione potrà essere applicata la soglia di perdita massima pari al 30%. Tuttavia, contrariamente a quanto avviene oggi, il raggiungimento del valore minimo dei titoli pari al 75% del valore unitario medio sarà prioritario rispetto alla perdita massima del 30%. È bene precisare che si tratta delle proposte della Commissione, sulle quali vi sarà un negoziato intenso e complesso che impegnerà i 27 Stati membri dell’Ue per almeno un anno e forse anche molto di più. |
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