il Punto Coldiretti

Nasce l’alleanza europea contro l’import di riso a dazio zero

Attivare al più presto la clausola di salvaguardia per fermare le importazioni di riso asiatico a dazio zero che stanno facendo concorrenza sleale alle produzioni nazionali e comunitarie. E’ quanto hanno chiesto le principali Organizzazioni agricole che rappresentano i produttori di riso dell’Ue – Asaja (Spagna), Cap (Portogallo), Coldiretti (Italia), Fnsea (Francia), Gaia Epicheirin (Grecia), Upa (Spagna) – al Presidente del Consiglio dei Ministri Agricoli Ue, Elisabeth Koestingwer in occasione del Consiglio Agricoltura dell’Ue, nell’ambito di una conferenza stampa alla quale erano presenti tra gli altri per l’Italia il Ministro per le politiche agricole ed alimentari ed il turismo Gianmarco Centinaio, il Rappresentante permanente aggiunto presso l’Unione Amb. Michele Quaroni, Paolo De Castro Vice Presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo, Roberto Moncalvo della giunta nazionale Coldiretti, insieme al Segretario Generale del Copa-Cogeca, Pekka Pesonen.

“Auspichiamo l’approvazione in tempi brevissimi della proposta della Commissione europea di attivazione della clausola di salvaguardia” hanno affermato i rappresentanti delle organizzazioni agricole e cooperative dei principali paesi produttori, a due settimane dal possibile voto in sede di comitato Spg, .

Finalmente la Commissione europea ha riconosciuto il danno economico dovuto ai volumi di importazioni di riso indica ed ha proposto di ripristinare per tre anni i dazi nei confronti delle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia e dalla Birmania, dove è stato raccolto anche con lo sfruttamento del lavoro e dei diritti umani, come sta accadendo alla minoranza Rohingya in Myanmar costretta a fuggire a causa della violenta repressione.

Nel documento la Commissione riconosce anche che in Cambogia si sono verificate notevoli violazioni dei diritti umani in relazione all`accaparramento delle terre che – sostengono i produttori – giustificano l’attivazione della clausola di salvaguardia e lo stop alle importazioni agevolate. Una necessità – continuano i rappresentanti dei risicoltori europei – per fermare la concorrenza sleale tramite il dumping sociale che ha provocato il crollo delle quotazioni del riso ed ha permesso ai due Paesi di aumentare le loro esportazione nell’Ue da 9mila tonnellate nel 2012 a 360mila tonnellate nel 2017.

Le organizzazioni agricole dei rappresentanti dei risicoltori intervenute hanno dimostrato inoltre apprezzamento per il lavoro della Commissione di analisi delle regole relative all’applicazione di misure di salvaguardia, in vista di una possibile modifica delle norme e ad una revisione della normativa alla base degli accordi Eba nel loro complesso. Pratiche di dumping ambientale e sociale, unitamente a elevati costi di produzione Ue non competitivi, mettono in ginocchio la produzione risicola europea. Accordi come gli Eba devono essere necessariamente rivisti, nei presupposti ma anche nei risultati che sono stati giustamente ed umanamente prestabiliti ma che nella maggior parte dei casi non raggiungono il nobile risultato auspicato.

Per sostenere lo stop all’import a dazio zero sono scesi in piazza un migliaio di agricoltori della Coldiretti che hanno organizzato un blitz nel cuore della risicoltura italiana a Vercelli. Tra gli slogan dei manifestanti con bandiere e cartelli “Basta concorrenza sleale”, “Dobbiamo produrre tre chili di risone per comperare un caffe’”, “Fermiamo lo sfruttamento a tavola”, “Stop al riso sporco di sangue” ma anche “Dal nostro riso lavoro, ambiente e salute” e “#sosrisoitaliano”.

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