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Pac: le cinque proposte di eco-schema nella bozza del Psn

 

A inizio settembre, in sede di tavolo di partenariato, il Ministero delle Politiche agricole (Mipaaf) alimentari e forestali aveva presentato 7 proposte di eco-schema da inserire nella bozza di Piano Strategico Nazionale (Psn). I lunghi mesi di lavoro si sono finalizzati il 31 dicembre 2021 con la consegna a Bruxelles del piano per l’attuazione e il coordinamento dei programmi della Pac 2023-2027.

Nella bozza presentata alla Commissione la proposta iniziale è stata snellita da 7 a 5 categorie di eco-schemi nazionali a cui sarà destinato a partire dal 2023 il 25% del plafond destinato ai pagamenti diretti, per un totale che corrisponde a circa 891 milioni di euro, di cui il 42% al Eco 1, il 19% al Eco 4, il 17% sia al Eco 2 che al Eco 3 e l’ultimo 5% al Eco 5.

Gli eco-schemi opereranno in sinergia con 26 interventi agro-climatico-ambientali contenuti nel secondo pilastro, con le azioni ambientali previste nell’ambito degli interventi settoriali delle organizzazioni comuni di mercato e gli investimenti ambientali del Pnrr.

I 5 eco-schemi proposti operano all’interno di settori strategici per il comparto agricolo italiano, elencando una serie di pratiche facoltative per l’agricoltore e non collegate al sostegno di base. Si analizzano di seguito i 5 eco-schemi proposti:

-Eco 1 – Pagamento per la riduzione dell’antimicrobico resistenza e il benessere animale, prevede due diversi livelli di impegno, al fine di ridurre la dipendenza da antimicrobici e migliorare il benessere animale. Il primo fa riferimento all’uso del farmaco veterinario al di sotto delle baseline nazionale e comunitaria, in cambio di un pagamento annuale per Uba. Possono accedere le seguenti categorie produttive, di cui ne sono indicati anche i probabili importi ad Uba: bovini da latte 66€/Uba; bovini da carne 54€/Uba; bovini a duplice attitudine 54€/Uba; ovini 60€/Uba; caprini 60€/Uba; bufalini 66€/Uba; vitelli a carne bianca 24€/Uba; suini 24€/Uba. Il secondo step coinvolge gli allevamenti che si impegnano al rispetto di obblighi specifici nel benessere animale, con adesione al sistema Sqnba, e che svolgono per l’intero ciclo o una parte di esso, pascolamento o allevamento brado di bovini (latte, carne e duplice attitudine) e suini. Gli importi previsti bovini è di 240 €/Uba, mentre per i suini è di 300 €/Uba. Il costo complessivo stimato di tale intervento è pari a circa 376,4 milioni di euro/anno.

-Eco 2 – Inerbimento delle colture arboree, sono ammissibili tutte le superfici occupate da colture permanenti (legnose agrarie) e altre specie arboree permanenti a rotazione rapida. Negli arboreti si deve garantire, tra il 15 settembre e il 15 maggio dell’anno successivo, una copertura vegetale erbacea spontanea o seminata nell’interfila o, per le colture non in filare, all’esterno della proiezione verticale della chioma. Oltre all’inerbimento si deve ridurre progressivamente l’suo di prodotti fitosanitari in campo, non effettuare lavori del suolo eccetto trinciatura-sfibratura della vegetazione erbacea per il mantenimento del cotico erboso. All’agricoltore che si impegna ad adottare le pratiche agricole sopra citate spetta un pagamento annuale aggiuntivo pari a 120 euro/ha ipotizzando quasi 1,3mln di ha ammissibili. Il costo complessivo stimato di tale intervento è pari a 155 milioni di euro/anno..

-Eco 3 – Salvaguardia olivi di particolare valore paesaggistico, sono ammissibili tutte le superfici olivetate di particolare valore paesaggistico e storico che hanno aderito all’Eco 2. Gli agricoltori che aderiscono all’Eco 3 devono effettuare potatura annuale delle chiome secondo criteri stabiliti con divieto di bruciatura in loco dei residui di potatura, salvo diversa indicazione. L’importo unitario dovrebbe attestarsi a 220 euro per ettaro ipotizzando oltre 683mila ha, maggiorato per le Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola (Zvn) e nelle zone Natura 2000.

-Eco 4 – Sistemi foraggeri estensivi, sono ammissibili tutte le superfici agricole a seminativo in avvicendamento di colture leguminose e foraggere, nonché colture da rinnovo con l’impegno alla gestione dei residui in un’ottica di carbon sink. Su tali superfici si deve assicurare la presenza di colture leguminose e foraggere o da rinnovo, dove non è consentito l’uso di diserbanti chimici e di altri prodotti fitosanitari e nel corso dell’anno. L’eco-schema prevede un pagamento annuale compensativo, dei costi supplementari e del mancato guadagno, di 110 euro ettaro ipotizzando oltre 1,4 mln di ha ammissibili, maggiorato per le Zvn e nelle zone Natura 2000.

-Eco 5 – Misure specifiche per gli impollinatori, sono ammissibili tutte le superfici agricole utilizzate per i seminativi e per le colture arboree sulle quali sono rispettati gli impegni relativi al mantenimento, tramite la semina con metodi che non implichino la lavorazione del suolo, di una copertura dedicata con piante di interesse mellifero. Nella aree destinate a colture di interesse apistico, non è consentito l’uso di diserbanti e altri fitosanitari e operazioni di asportazione. Il costo complessivo stimato per tale intervento è pari a oltre 43 milioni di euro/anno. L’importo unitario è differenziato per le colture arboree a 250,00 euro/ha e per i seminativi 500,00 euro/ha. L’importo unitario è maggiorato per le Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola (Zvn) e nelle zone Natura 2000.

 

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