il Punto Coldiretti

Ue, stop alle pratiche commerciali sleali contro gli agricoltori

L’obiettivo di arrivare al traguardo con un accordo entro il 2018 per la messa al bando delle pratiche commerciali sleali era stato annunciato a ottobre al Forum internazionale sull’agricoltura e l’agroalimentare della Coldiretti a Cernobbio dal vice presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo e relatore del provvedimento Paolo De Castro.

E il 19 dicembre sul filo di lana è arrivato l’annuncio dell’intesa tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea su un testo rafforzato rispetto a quello iniziale con ben 16 pratiche sleali messe al bando. Dopo 10 anni di battaglie in 8 mesi è stata messa a punto una direttiva che consente – ha spiegato De Castro – al 100% degli agricoltori e alla quasi totalità dell’agroalimentare, di rientrare nel perimetro delle nuove tutele che dovranno sanare gli squilibri che hanno caratterizzato la filiera a scapito dei produttori agricoli.

Tra i settori coinvolti infatti anche il florovivaismo, la mangimistica, il tabacco e il cotone. Tra le azioni vietate rientrano, tra l’altro, i ritardi di pagamento per i prodotti deperibili, la cancellazione di ordini all’ultimo minuto, il cambio unilaterale dei contratti, il rifiuto di contratti scritti.

E ancora, vendite sotto costo, se non concordate, o doppie aste. Un altro risultato importante è aver ottenuto l’anonimato di chi denuncia e la possibilità per le organizzazioni di rappresentanza di presentare per conto dell’agricoltore una denuncia all’Autority. La Coldiretti dunque potrà svolgere un ruolo attivo evitando ai produttori di esporsi. Un aspetto rilevante tenendo conto che il rapporto è con le grandi centrali d’acquisto. L’acquirente non potrà avviare ritorsioni e l’Authority legale avrà l’obbligo di agire in tempi certi.

Con questo cambio di passo che migliora il funzionamento della catena agroalimentare saranno maggiormente tutelati i redditi degli agricoltori . Inoltre le nuove regole dovranno essere rispettate anche dagli acquirenti di prodotti agroalimentari che hanno la sede legale fuori dai confini dell’Unione europea.

Soddisfatta la Coldiretti per questa direttiva che mette fine alle speculazioni contro gli agricoltori da parte dei poteri forti dell’industria e della grande distribuzione. :Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un passaggio fondamentale per il futuro del settore agroalimentare europeo che riconosce l’esistenza di un squilibrio commerciale che favorisce le speculazioni lungo la filiera e la necessità di intervenire per garantire un trattamento più equo alle piccole e medie imprese agroalimentari.

“E’ necessario sanare una ingiustizia profonda – precisa il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini – rendendo più equa la catena di distribuzione degli alimenti che vede oggi sottopagati i prodotti agricoli spesso al di sotto dei costi di produzione senza alcun beneficio per i consumatori”. Infatti – evidenzia Coldiretti – per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi, secondo Ismea.

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