il Punto Coldiretti

Efsa, insufficiente il monitoraggio sui rischi degli Ogm

Già in precedenza l’Authority di Parma aveva criticato il piano di monitoraggio successivo al rilascio ambientale del mais Mon810, sostenendo che questa non permettesse di registrare adeguatamente eventuali problemi che si fossero manifestati. Ma le cose non sono cambiate, e Monsanto non avrebbe migliorato il proprio piano metodologico (Annual post-market environmental monitoring –PMEM 2012): con conseguenti critiche provenienti dal panel Ogm dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare.

Proprio nei giorni scorsi infatti l’Efsa ha chiarito che in Spagna – unico paese di fatto a coltivare il Mon 810 – andrebbero meglio predisposti piani per la valutazione riferita a organismi “non target”: e si legge che “il panel Ogm di Efsa ripete con forza le sue precedenti raccomandazioni per il miglioramento della metodologia di valutazione”.  Nel 2011 in ogni caso l’Authority aveva sottolineato come sia il masi Bt11 sia il Mon810 (entrambi dotati della stessa tossina Cry1Ab) dovessero prevedere misure rafforzate di gestione e sorveglianza, in ragione di acquisizione di resistenza da parte di parassiti e mortalità di lepidotteri sensibili.

Ma l’Efsa non era stata l’unica voce: nel 2013, il Cra aveva pubblicato il dossier “Rassegna delle evidenze scientifiche posteriori al 2009 sugli impatti della coltivazione del mais Mon810”, che sottolineava gli effetti avversi su organismi non bersaglio e la persistenza nell’ambiente della tossina Bt, concludendo che “ il Mon810 avrà un impatto sugli imenotteri parassitoidi specialisti di O. Nublialis e potrebbe modifica le popolazioni di lepidotteri non bersaglio”, ma anche “potrebbe favorire lo sviluppo di parassiti secondarti, potenzialmente dannosi per le altre colture”.

Conclusioni analoghe erano state raggiunte dall’Ispra, in data 30 aprile 2013, che aveva sottolineato, oltre ai rischi per le popolazioni di lepidotteri non target, l’impossibilità di escludere un impatto negativo sugli organismi acquatici sensibili alle tossine Cry1Ab. Anche per  l’Istituto Federale di Tecnologia di Zurigo la stessa tossina, in base a prove di laboratorio, aumentava la mortalità della coccinella in larva, e che di conseguenza il Mon810 doveva essere sottoposto ad una nuova, più rigorosa valutazione del rischio.

Le lamentele dell’Efsa non sono nuove: in precedenza aveva dichiarato come, in oltre il 90% dei casi, abbia dovuto chiedere dati ad integrazione dei dati forniti dall’industria sementiera. Che usa sottoporre dossier incompleti, e di difficile valutazione. Le critiche alla Spagna sono pesanti per il sistema autorizzativo sugli Ogm: di fatto, rappresentando l’unico paese a coltivare un unico Ogm (proprio il mais Mon810, con 136.962 ettari).

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