il Punto Coldiretti

Etichettatura d’origine, il Parlamento Europeo la vuole includere nei controlli ufficiali

Per ora è una proposta, ma va valutata entro il quadro complessivo dello scandalo Horsegate, la carne di cavallo spacciata per manzo: alcuni deputati del Parlamento Europeo (Comitato Ambiente, Sicurezza Alimentare e Salute Pubblica) hanno suggerito di includere il controllo dell’origine in etichetta su tutti i prodotti a base di carne, inclusi quelli trasformati.

Il Parlamento ha poteri di co-decisione in materia con gli Stati membri. Questo implica la possibilità di introdurre emendamenti, che dovranno poi nel caso essere ratificati dal Consiglio dei Ministri. Il Commissario alla Salute Tonio Borg, sebbene abbia riconosciuto l’interesse crescente da parte di molti Stati verso controlli estesi sulla provenienza dei prodotti di carne, ha fatto valere la scelta di non includere questo aspetto nel nuovo sistema dei controlli ufficiali.

Una decisione motivata dal fatto di essere in attesa della valutazione di impatto attesa sul Regolamento di Informazione ai Consumatori (Reg. (UE) 1169/2011). Tale norma prevede, infatti, l’obbligo di indicare origine del prodotto per carni suine, ovine, caprine e pollame a partire dal 13 dicembre 2014.

Per arrivare all’atteso via libera restano però ancora dei passaggi da compiere. Entro il 13 dicembre 2013 si attende la trasmissione di una apposita relazione della Commissione Europea al Parlamento Europeo  e Consiglio circa la preferibilità d’uso di “country of origin” o, invece, di “place of provenance”. Solo dopo una adeguata definizione in questo senso potranno essere coerentemente etichettati i prodotti in questione.

Su questo aspetto, Coldiretti e gli agricoltori europei hanno insistito sulla necessità di differenziare il “luogo di produzione” (riferibile a dove l’animale è stato allevato o dove il prodotto è stato raccolto) dal “paese di origine” (riferibile al luogo dove il prodotto ha subito l’ultima, sostanziale lavorazione). Ad oggi una difficoltà maggiore deriva: dalla mancata chiarezza su cosa si intenda place of provenance, con possibili problemi per la parte agricola.

Entro la stessa data la Commissione dovrà presentare al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sull’indicazione obbligatoria del paese d’origine o del luogo di provenienza relativamente alle carni utilizzate come ingrediente. Oltre a ciò, dovrà proporre la definizione di “ingrediente primario” (tale definizione a norma dell’art. 26.3 è rilevante in quanto in caso la provenienza ingrediente primario sia diversa da alimento finale, va indicata).

Per il 13 dicembre 2014 la Commissione stessa dovrà presentare un’altra relazione sulla fattibilità e l’opportunità di etichettare obbligatoriamente con country of origin-place of provenance  altri tipi di carne (es, coniglio, equina, ecc.) ma anche il latte e il latte come ingrediente, alimenti non trasformati, prodotti mono-ingrediente, ingredienti oltre il 50 per cento sull’alimento.
 
Ricordiamo che durante la gestazione del reg. 1169 la maggiore parte dei deputati europei si è dimostrata a favore dell’indicazione dell’origine per tutti i tipi di carne. Ma il Consiglio si era opposto. Anche se a seguito dell’Horsegate, complice la pressione dei cittadini, molti Stati hanno cambiato opinione, appoggiando un uso più esteso dell’indicazione in etichetta dell’origine. Oggi molti ritengono possibile un accordo tra Parlamento e Consiglio.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi