Gli inglesi vogliono l’origine in etichetta, ma non sempre c’è
La maggior parte della carne e dei latticini venduti nel Regno Unito oggi fornisce informazioni circa la provenienza degli ingredienti o il luogo di produzione. Sebbene non vi siano ancora obblighi precisi, comunque auspicabili, sembra che i produttori stiano andando nella direzione di dare maggiori informazioni ai consumatori, valorizzando l’identità e il rapporto col territorio dei propri prodotti. A fotografare la situazione in Gran Bretagna è un’indagine del Dipartimento per Ambiente, Alimentazione e Affari Rurali, che segue la codifica di uno standard di etichettatura volontario approvato lo scorso novembre 2010. I risultati dello studio indicano una buona percentuale di adesione. Tutto il burro analizzato infatti indicava o l’origine del latte o il posto di produzione, mentre il 77% del formaggio raggiungeva lo stesso traguardo. La metà del latte mostrava l’origine, mentre per pancetta, salsiccia e altra carne sottoposta a leggera trasformazione, l’82% mostrava una qualche indicazione sulla provenienza ma solo il 67% l’origine della carne. Nel Vecchio Continente le cose vanno un po’ diversamente: con la approvazione da parte del Parlamento Europeo della bozza sulle informazioni ai consumatori della settimana scorsa, i consumatori potranno sapere subito da dove viene la carne fresca che acquistano. Il tutto in attesa che le stesse garanzie vengano estese a tutti gli altri prodotti, sull’esempio di quanto fatto dal Parlamento italiano con l’approvazione della legge sull’etichetta d’origine, fortemente voluta da Coldiretti. |
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