il Punto Coldiretti

I consumatori inglesi dicono no alla carne clonata

In attesa dei risultati della ricerca che Eurobarometro porterà a termine per la Commissione Europea per il prossimo autunno sulla sensibilità dei cittadini Ue sul tema della clonazione, alcune risposte al dibattito tuttora in corso cominciano a essere date (l’Efsa si pronuncerà in maniera definitiva entro luglio 2008 mentre per la Food and Drug Administration il cibo clonato è sicuro e non c’è quindi necessità di etichettarlo). Prima fra tutti, quella data dalla Food Standard Agency inglese, che in un report di 150 pagine dimostra come i consumatori britannici siano ancora piuttosto scettici sulla tecnica della clonazione animale. Il sondaggio di opinione ha visto coinvolti in 2 workshop un totale di 70 persone, che rappresentavano un campione significativo con un limitato numero di vegetariani, consumatori biologici e altri sottogruppi potenzialmente contrari.

Poco recepita dai consumatori la distinzione tra animali clonati e progenie di animali clonati, in quello che rischia di diventare pure un problema di scarsa chiarezza al momento dell’acquisto. A questo proposito, i consumatori insistono che se mai si arrivasse a commercializzare carne clonata, questa dovrebbe essere pienamente tracciata ed etichettata; allo stesso modo, l’import e l’export di animali clonati o di carne clonata dovrebbe essere regolati secondo standard precisi. Le donne intervistate sono state, in media, più negative rispetto all’idea di acquistare cibo clonato

Dalla ricerca emerge chiaramente come la clonazione sia percepita non come una nuova tecnica tra le tante, ma come un “salto qualitativo” che merita i più attenti approfondimenti; la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di sentirsi sostanzialmente incapace di influenzare gli eventi, essendo gli esperimenti sulla clonazione portati avanti in modo scriteriato. Percepiti in maniera tutt’altro che marginale dal campione degli intervistati, infine, i temi legati alla salute (sia per quel che riguarda il benessere animale che per la sicurezza alimentare) insieme alla questione della qualità alimentare e dei prezzi. E anche qualora la sicurezza alimentare venisse accertata, tale requisito non può sostituirsi a una scelta informata e consapevole da parte dei cittadini.

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