Il dolcificante aspartame nel mirino dell’Efsa
Due nuovi studi sull’aspartame, di cui uno al vaglio dell’Efsa, riaprono la questione della tanto discussa sicurezza del dolcificante. Già nel 2006 l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare aveva criticato i risultati basandosi sul disegno sperimentale: questo non escludeva problemi di campionamento e problemi pregressi nelle cavie di laboratorio, che quindi risultavano maggiormente esposti al tumore. Per smentire i risultati, ci si sarebbe avvalsi di dati tossicologici recentemente messi a disposizione da autorità pubbliche statunitensi (Centro Nazionale di Ricerca sul Cancro, Programma Nazionale Tossicologico Usa). Ma l’Istituto Ramazzini ci riprova, con due nuovi studi – di cui uno già in valutazione da parte dell’Efsa – che confermerebbero i risultati precedenti, sottolineando un aumento dell’incidenza di cancro ai reni, linfomi e alle terminazioni nervose. In particolare, il terzo studio sarebbe stato condotto dall’Istituto con una nuova specie di roditori, per dimostrare proprio l’insorgenza del tumori. L’Efsa – che considerando l’aspartame un tema delicato, al punto da trattarlo sul suo sito web come argomento a parte – dovrebbe emettere un parere entro il 31 dicembre e intanto starebbe collaborando con varie autorità, incluse quelle nazionali presenti nel Foro Consultivo, per verificare la sicurezza alimentare dell’aspartame. L’Agenzia riconosce che, sebbene la sicurezza del dolcificante sia stata più volte confermata, rimangono preoccupazioni pubbliche che autorizzano ad andare più a fondo nel processo di valutazione, in risposta ad un’insicurezza percepita ancora alta: un aspetto potenzialmente problematico riguarda i composti che in determinate condizioni possono risultare dall’aspartame (metanolo, acido aspartico) e che rispondono a una ben precisa relazione dose/tossicità. |