il Punto Coldiretti

La selvaggina esotica mette a rischio la salute dei cittadini

Oltre 270 tonnellate di selvaggina illegale, questo il volume annuale di importazione di carne di animali esotici clandestina nel solo aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. A stimarlo è uno studio di un’equipe internazionale di zoologi, pubblicato recentemente su Conservation Letters. Basandosi su dati ottenuti tramite il controllo di un campione di 29 voli nell’arco di 17 giorni, è stato calcolato il presunto afflusso settimanale e annuale di selvaggina importata illegalmente dai singoli passeggeri.

Si tratta di uno studio condotto su un breve lasso di tempo e su uno spazio limitato, ma i dati presentati sono allarmanti, e gli stessi ricercatori mettono in luce l’esigenza di allargare il campo della ricerca, visto anche il forte sospetto che simili irregolarità possano avvenire in altri aeroporti dell’Ue, col conseguente rischio di circolazione della merce sull’intero territorio comunitario.

Fra la carne sequestrata sono stati individuati 11 diversi tipi di selvaggina tra cui scimmie, coccodrilli, antilopi e grandi roditori, quasi per il 40% appartenenti a specie in via d’estinzione. Ma ad essere a rischio non è soltanto la loro conservazione; questo commercio di frodo è un serio pericolo anche per la salute dei cittadini europei e degli animali allevati su suolo comunitario.

Queste carni vengono infatti immesse senza alcun controllo sul mercato nero, nonostante spesso derivino da bracconaggio, senza alcuna verifica igienica, e in ogni caso da Paesi con una regolamentazione sanitaria decisamente non in linea con quella europea. I rischi, concreti, riguardano secondo gli esperti diverse malattie, tra cui il vaiolo delle scimmie e il virus Ebola (letali per l’uomo) e potenzialmente in grado di diffondersi fra animali, anche capi d’allevamento, in caso di esposizione al contagio.

I ricercatori hanno indagato anche sul commercio di carne esotica, raccogliendo testimonianze di come i venditori ambulanti abusivi raccolgano ordini prima di procurarsi la merce da rivendere, mettendo in luce come non si tratti di episodi limitati o confinati all’utilizzo personale, ma di un vero e proprio business sommerso.

La selvaggina esotica, priva di alcun controllo e rivenduta illegalmente, può raggiungere prezzi molto elevati, più del taglio migliore di qualsiasi allevamento organico accreditato dell’Unione Europea, mentre nei Paesi d’origine la merce viene ovviamente comprata ad un prezzo irrisorio. A fronte di un così alto guadagno i rischi sono minimi, visto che importare illegalmente carne o pesce comporta sanzioni minime, e in ogni caso raramente applicate.

È prioritario quindi l’inasprimento di queste sanzioni, ma anche la sensibilizzazione del consumatore non solo al danno economico ed ambientale provocato dall’acquisto di carne illegale, ma anche e soprattutto ai seri pericoli per la sua salute a cui va spesso incoscientemente incontro.

Coldiretti raccomanda ai consumatori di considerare l’importanza della sicurezza, ma anche del gusto, nelle proprie scelte alimentari: la carne prodotta dagli allevamenti italiani è in grado di coniugare rispetto della salute del bestiame ad una qualità del sapore ottenuta attraverso professionalità e cura del proprio prodotto.

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