il Punto Coldiretti

Malattie vegetali “d’importazione”, l’Europa si attrezza

Con la pubblicazione della “Guida su un quadro armonizzato per la valutazione del rischio di malattie vegetali e l’identificazione e valutazione di opzioni di gestione del rischio”, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare rivede le sue metodologie di valutazione dei rischi ambientali derivanti da malattie vegetali (plant pest).

Nel documento si sottolinea in particolare sia l’importanza di valutare le conseguenze in termini di biodiversità, sia delle funzioni dell’ecosistema nel suo insieme, includendo per la prima volta entrambi gli aspetti in uno schema di valutazione del rischio. Inoltre, nel documento viene presentata una serie di scelte di gestione per la riduzione del rischio rappresentato dalle specie vegetali “non endemiche” (cioè che non fanno storicamente parte di un habitat naturale), che può avere un impatto sia sulla produttività colturale di altre specie vegetali, sia compromettere l’ecosistema colpito.

Le motivazioni che stanno dietro alla valutazione del rischio ambientale sembrano essere legate sia agli obblighi internazionali di protezione delle biodiversità, sia alle fondamentali funzioni svolte dall’ecosistema per la sopravvivenza della razza umana.  La biodiversità può essere inizialmente interpretata da un punto di vista strettamente legale (specie protette o a rischio), per poi arrivare a una lettura più ampia delle funzioni dell’ecosistema. Secondo l’Efsa, l’area oggetto di studio è ancora in evoluzione; ci si attende quindi una revisione della Guida entro tre anni.

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